Turismo Emilia Romagna: nel cuore della regione, tra le province di Modena, Parma e Mantova, esiste una terra che muta con lo scorrere dell’acqua, una terra di gente appassionata ed ospitale che della propria storia ne ha fatto un segno originale, la Bassa Reggiana.
Bassa Reggiana turismo, seguendo il Po
“…Bisogna rendersi conto che, in quella fettaccia di terra tra il fiume e il monte, possono succedere cose che da altri parti non succedono, cose che non stonano mai col paesaggio, perchè è l’ampio, eterno respiro del fiume che pulisce l’aria…” – G. Guareschi “Mondo Piccolo. Don Camillo
La Bassa Reggiana significa spazi, luce, aria e una natura viva, che si coniugano in modo unico con un passato importante, dal quale emergono la raffinatezza della corte Estense e dei Gonzaga, l’eccentricità di Ligabue, il realismo di Zavattini, l’irriverenza di Don Camillo.
Una terra orgogliosa della propria atmosfera della “bassa”, difesa strenuamente dalle otto piccole capitali del Po, piccoli borghi che hanno unito le loro forze e unicità per diventare un’identità riconoscibile, le Terre di Po e dei Gonzaga. Otto Comuni che si affacciano lungo i venti chilometri di riva reggiana del Po, che con slancio ed energia valorizzano l’unicità del bacino del grande fiume con le sue ricchezze naturalistiche, i suoi percorsi enogastronomici e l’ospitalità fatta col cuore.
Scopri la Bassa Reggiana in bici o in barca
La Bassa Reggiana è una perfetta meta per un turismo sostenibile: gli otto Comuni sono infatti tutti collegati da una rete di itinerari ciclopedonali: partendo dalla stazione di Reggio Emilia (fermata dell’Alta Velocità Trenitalia) si può arrivare a Guastalla portando con sè la propria bici sul treno. Se non si ha una propria bici, la si può noleggiare anche a Boretto. Le distanze che separano un borgo dall’altro sono davvero esigue (massimo 22 km) e questo rende davvero facile pensare un itinerario di più giorni per visitarli tutti. Seguendo il corso del fiume Po (percorso Luzzara – Brescello) e attraverso i campi coltivati, 9 itinerari ciclabili permettono di vivere con il giusto ritmo, quello lento, le bellezze storiche e naturalistiche di questo territorio.
Bassa Reggiana turismo significa anche escursioni sul Po: allo storico porto turistico di Boretto si sono aggiunti due attracchi attrezzati a Guastalla e Luzzara, punti di partenza di itinerari fluviali tra storia, natura e tradizioni. In un pomeriggio è possibile toccare le piccole capitali del Po seguendo il corso del Grande Fiume, ma anche i luoghi che hanno fatto da sfondo ai film di Peppone e Don Camillo (itinerario “Ciak, si gira”).
Bassa Reggiana turismo, un itinerario di due giorni
Non si può comprendere questa terra di fretta: rischieresti di non avere il tempo per lasciarla raccontare dalla sua gente. Gente attaccata alla terra, concreta e laboriosa, ma anche generosa, aperta, dal cuore sincero. Gente che sa di vivere una terra che muta, dove anche oggi, ad ogni piena, qualcosa scompare: un sentiero, un vecchio rudere, un tratto di bosco. Gente che con il fiume ha sempre dovuto fare i conti, imparando a conoscere il suo carattere, a volte scontroso, a volte cordiale.
Allora, prenditi tutto il tempo che hai per assaporarela: io ti propongo un itinerario di due giorni perchè era questo l’unico tempo che avevo a disposizione, ma tu, se puoi, non guardare l’orologio…
#day 1 – Brescello – Poviglio – Guastalla – Gualtieri – Novellara
Brescello
Brescello è il set cinematografico di don Camillo e Peppone. Ancora oggi, come se non fosse passato un solo giorno, l’atmosfera è la stessa e migliaia di turisti (moltissimi stranieri, pensa te!) vengono in pellegrinaggio qui per ritrovarla e vedere con i loro occhi se esiste ancora quell’Italia lì, magistralmente messa in scena da Fernandel e Gino Cervi, i due attori nati dalla penna di Guareschi, protagonisti della saga che ha segnato un pezzo importante della storia cinematografica italiana tra gli anni cinquanta e sessanta.
La prima tappa di questo itinerario nella Bassa Reggiana non può quindi che partire da qui, dal Museo Peppone e don Camillo, che raccoglie i cimeli legati alla realizzazione dei film: fotografie di scena, manifesti, locandine, documenti inediti, raccolte del “Candido” di Guareschi, il sidecar di Peppone e le due biciclette, gli emblemi di quella continua gara che non vede mai un solo vincitore.
A due passi il luogo più famoso e più legato ai personaggi di Guareschi, ovvero piazza Matteotti, sulla quale si affacciano il municipio e la chiesa (la famosa chiesa del crocifisso parlante). Sulla piazza oggi fanno capolino le due statue dei mitici personaggi, quella di Peppone proprio fuori dal municipio, che saluta con un’alzata di cappello il suo amico e rivale, e quella di Don Camillo di fronte alla chiesa, che risponde con un gesto della mano. Non c’è solo la chiesa come reliquia da visitare, ma anche quella che era la casa di Peppone e la campana del popolo.
Con lo stesso biglietto con cui si visita il Museo Peppone e don Camillo, si entra anche al Museo Brescello e Guareschi, dove si ritrova la ricostruzione di un set cinematografico originale e una mostra di fuori scena, utile a comprendere il rapporto tra cinema e gli abitanti di Brescello, diventati protagonisti di una storia che ha varcato i confini nazionali.
Poviglio
Pochi chilometri e siamo a Poviglio, minuscolo centro della Bassa Reggiana diventato famoso tra gli storici di livello internazionale, perchè ancora oggi è presente un sito archeologico – la terramara di S. Rosa – testimonianza di un insediamento terramaricolo. Cioè? Si tratta di un vasto abitato dell’età del Bronzo delimitato da un terrapieno e da un fossato, tipico proprio dell’area della Pianura Padana centrale tra il XVI e gli inizi del XII secolo a. C.. Perchè è così importante? Perchè le ricerche su questo sito hanno permesso di ricostruire molti aspetti ambientali, economici e produttivi del tempo, permettendo di comprendere l’organizzazione sociale dei popoli che abitavano queste terre. Grazie ai lavori di scavo, è nato il Museo della Terramara S. Rosa, che espone manufatti come vasellame, ornamenti, strumenti di tessitura e urne cinerarie.
A Poviglio merita una visita anche Villa Pallavicino, una splendida villa di inizio 800, su tre piani, circondata da uno splendido parco secolare. Si trova al confine delle province di Parma e Reggio Emilia ed è una location perfetta per ospitare eventi, manifestazioni culturali e mostre.
Guastalla
Guastalla l’ho vista vestita a festa: questo itinerario di due giorni nella Bassa Reggiana è stato pensato anche per visitare la manifestazione Piante e Animali Perduti: da ventun anni la cittadina diventa punto di incontro di chi ha a cuore i valori della biodiversità, la sostenibilità ambientale e la tutela delle tradizioni. Un evento sostenibile che è una grandissima mostra mercato di varietà antiche di piante, fiori, frutti e ortaggi, ma anche esposizione delle eccellenze agroalimentari del territorio. A fare da contorno, laboratori erboristici e manuali, pet therapy per i bambini, degustazioni.
Ho amato questa fiera ovviamente, e fatto scorta di sementi di verdure e frutta di antiche varietà, da piantare nella casa dei nonni! 😉
Due giorni di fine settembre in cui Guastalla è ancora più bella, anche se il borgo reggiano merita una lunga sosta in tutti i giorni dell’anno: durante il periodo dei Gonzaga raggiunge il suo massimo splendore e si riempie di bellissimi palazzi e chiese, di raffinata bellezza. Sotto la dinastia gonzaghesca, architetti, artisti e poeti di grande fama danno lustro e splendore alla città, facendola diventare importante centro artistico e politico.
Guastalla è anche natura: ad un chilometro dal centro scorre lento il Grande Fiume e da qui partono percorsi di trekking completamente immersi nella natura, tra golene, stagni e boschi.
Novellara
Un’altra perla, un’altra tappa suggestiva dell’itinerario nella Bassa Reggiana dalla connotazione sostenibile: Novellara. Riconosciuta Cittaslow nella rete internazionale del buon vivere, ha una storia strettamente legata alla famiglia Gonzaga che l’ha governata fino al 700: ogni scorcio, ogni angolo, ogni occhio dei lunghissimi portici del centro storico, permettono di capire il disegno urbanistico rinascimentale di Lelio Orsi, artista di corte della famiglia Gonzaga. Le tracce lasciate dalla famiglia si colgono anche tra le sale dell’appartamento cinquecentesco che oggi ospita proprio il Museo Gonzaga, riccamente decorate di affreschi, arazzi e grandi tele.
Valli di Novellara
Appena fuori dalla città, si apre una bellissima riserva naturalistica protetta, dove natura e biodiversità sono tutelate. Al confine tra il territorio di Reggiolo e quello di Guastalla, le Valli di Novellara sono un luogo dove vivere un’esperienza di turismo sostenibile in sella alla vostra bicicletta, dove pedalare tra ampie radure, folti pioppeti e un suggestivo reticolo di vie d’acqua.
[Ah, ma lo sapete che a Novellara c’è uno dei templi Sikh più grandi d’Italia?]
Gualtieri
Gualtieri è uno dei borghi più belli d’Italia e a ragione: da sola la magnifica Piazza Bentivoglio vale una visita a questo piccolo Comune della Bassa Reggiana. È con il dominio degli Este di Ferrara che Gualtieri diventa un centro rinascimentale di straordinario valore artistico e architettonico: sulla magnifica piazza, l’imponente Palazzo Bentivoglio da’ prova ancora oggi
del potere di questa signoria. Arrivo a Gualtieri che è sera e l’illuminazione calda della spettacolare piazza rende questo spazio una specie di grande scenografia di corte. Una mezzaluna impertinente fa capolino da dietro la corona di porticati che abbracciano lo spazio e penso che da dietro a questi archi tante volte si sarà nascosto anche Ligabue, artista e folle genio ‘adottato’ dal Comune di Gualtieri, a seguito del riconoscimento del patrigno nativo di questa zona. A raccontarmi con enfasi e commozione la vita sofferta e travagliata di questa figura artistica del ‘900, una guida d’eccezione, il signor Gianluca Tirelli. Mi accompagna all’interno del Salone dei Giganti di Palazzo Bentiviglio per ammirare la mostra “L’OSSESSIONE DELLO SGUARDO. Zavattini incontra Ligabue” e sentire l’energia delle opere di Ligabue, che si percepisce non appena ci si avvicina.
Gianluca conosce la vita di Ligabue, le sue peripezie, i suoi dolori. E riesce a farmi cogliere il dettaglio nelle pennellate dell’artista, la sua capacità di esprimere la tensione interiore dei corpi, la stessa tensione che ha vissuto nella sua infanzia prima e nell’età adulta poi. Un’arte che esprime conflitto, sfida, sopraffazione, le stesse che il Ligabue ha dovuto subire. Il suo passato parla infatti di abbandoni ed emarginazione, solitudini e violenze che ha saputo esorcizzare attraverso uno straordinario talento. L’incontro con la pittura è stato precoce e salvifico: dal 1920 in poi è stata la sua compagna di viaggio, esprimendo un singolare pathos espressionista, con quella sua capacità di intercettare le forze segrete della natura e di farne allucinata narrazione.
#day 2 – Boretto – Reggiolo – Luzzara
Boretto
Il secondo giorno del tour nella Bassa Reggiana inizia con una leggera pioggerella ma questo non cambia i piani: si va a Boretto, borgo sulle rive del Po e per questo sede di tre diversi musei dell’acqua. Visito solo PO432, il Museo – Cantiere della Navigazione: l’impressione che hai è quella di entrare in un’officina tuttora funzionante, circondati dai macchinari originali e dai manufatti creati nel laboratorio; pare che i trecento dipendenti abbiano appena timbrato il cartellino per correre a casa a riposarsi dopo una lunga giornata a costruir navi. Navi che partivano dal suo porto fluviale, tuttora attivo, da cui oggi partono le escursioni fluviali tra gli affascinanti scorci del Po.
Reggiolo
Sono arrivata al settimo dei Comuni della Bassa Reggiana e questa volta lo sguardo è privilegiato: Reggiolo mi conquista dall’alto della sua Rocca medievale che domina il cuore della cittadina, a ricordo del suo ruolo di avamposto fortificato verso il territorio di Mantova. Una città che porta ancora visibili i segni del terremoto, ma che con la proverbiale tenacia emiliana, si sta pian piano riprendendo per risplendere come ai tempi dei Gonzaga.
Luzzara
L’ultima tappa di un tour che mi ha regalato mille emozioni finisce in un set fotografico: Luzzara.
Sì, perchè Cesare Zavattini, scrittore, giornalista e sceneggiatore luzzarese, qui ci ha portato il grande fotografo statunitense Paul Strand per realizzare il primo esempio di foto-libro italiano. Dall’innamoramento di Strand per questo borgo di fiume è nato infatti Un paese (1955), opera edita da Einaudi che racconta l’Italia e le sue genti. Un viaggio fotografico e poetico che unisce modernismo americano e neorealismo italiano, in un luogo apparentemente fuori dal tempo, diventato un simbolo dell’Italia intera, fatta di gente comune, di spontaneità, di paesaggi autentici.
Oggi Luzzara rappresenta un luogo in cui la memoria del patrimonio del passato non smette di suggerire stimoli alla fotografia contemporanea: il paese continua ad essere centro di una ricerca fotografica capace di valorizzare l’identità di questo territorio fuori dal tempo.
Inutile dire che nella Bassa Reggiana si mangia benissimo: qui ti racconto i migliori prodotti tipici di questa terra calda e ospitale.