Cultura
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Due giorni a Torino tra luci d’artista

Vuoi sentire Torino o vuoi vedere Torino? Se ti interessa solo riempirti gli occhi andando di fretta questo non è il posto (e il post) giusto.

Nei miei due giorni a Torino me la sono presa comoda, preferendo il poco al molto, godendomi lo spaesamento delle viste ariose sulla città, senza badare all’orologio. E pian piano mi sono scoperta sempre più innamorata delle sue eleganti atmosfere, della razionalità della sua struttura (per me che sono razionale, così confortante), della tela azzurra dietro gli enormi palazzi signorili.

Arrivare a Torino è facile: con Frecciarossa in poco più di due ore ti trovi a Porta Nuova, e così ho deciso di regalarmi due giorni di Novembre per assaporare questa città che profuma di cioccolato e caffè.

Piazza San Carlo a Torino, il salotto della città

Luci d’Artista a Torino: la città si accende di colori

Sono arrivata a Torino di sera e mi sono ritrovata subito con il naso all’insù: cosa sono tutti questi pianeti e stelle che penzolano luminosi sopra la mia testa? Il web è corso in mio aiuto: non sono le luminarie di Natale, ma le creazioni artistiche della rassegna Luci d’Artista, giunta alla ventesima edizione. È una mostra d’arte contemporanea che invade strade, piazze, teatri e palazzi: non c’è stridore tra le linee sontuose delle facciate e il rigore contemporaneo di queste creazioni luminose. Una esalta l’altra, in un gioco coinvolgente di contrasti.

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Installazioni di Luci d’Artista a Torino davanti al Palazzo Comunale. Questa si intitola “Tappeto volante”

Fino al 18 Gennaio, Torino accende la sua bellezza con questo spettacolo di luci e si veste a festa in un modo davvero unico e suggestivo. Le 25 luminarie create su misura per Torino dai più grandi artisti contemporanei, fanno luce in tutta la città e nei quartieri di periferia: finalmente quest’anno anche un’opera attenta alla sostenibilità ambientale, creata dall’artista piemontese Valerio Berruti con la sua “Ancora una volta” realizzata con materiali ecosostenibili e lampadine a basso consumo energetico.

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Luci d’artista 2017 a Torino

Ci sono costellazioni e pianeti lungo la via della moda, via Roma; una lunga via racconta invece una fiaba; la serie di numeri di Fibonacci si adagia sulla cupola della Mole Antonelliana e un tappeto di cubi colorati accende il Palazzo Civico.

#day 1 – Viste sulla città

Sono stata fortunata: per due giorni Torino mi ha regalato un sole meraviglioso e ne ho approfittato per guardarla dall’alto. Lo spettacolo delle Alpi innevate che abbracciano la città è così intenso che si fa fatica a staccare gli occhi. Puoi goderne principalmente da tre punti: la Mole Antonelliana, il Monte dei Cappuccini e il Turin Eye, il pallone aerostatico frenato più grande al mondo.

caffè-platti-torino-colazioneDopo una sontuosa colazione nello storico Caffè Platti (ti portano la panna montata a parte per tuffarci dentro il croissant o gustarla così), sono salita sulla terrazza di Torino, la Mole: meglio andarci di primo mattino, prima che l’invasione di turisti, presi dallo scatto compulsivo, rovini tutta la magia. Da 85 metri di altezza Torino disvela tutto il suo carattere razionale, con le strade perpendicolari a formare una scacchiera dalla quale emergono i Giardini Reali e le grandi piazze fronteggiate da sontuosi palazzi.

La vista sulle Alpi dalla Mole Antonelliana di Torino

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Vista dalla Mole Antonelliana – in lontananza il Palazzo Reale

Il simbolo di Torino era stato costruito come Sinagoga, pensate un po’: oggi è l’edificio in muratura più alto  del mondo, diventato poi simbolo di unità nazionale e oggi sede del museo del cinema. Non so nemmeno io quanto tempo sono restata lassù, ogni volta alzarmi in alto sopra tutto e tutti diventa un momento di riflessione. E me lo concedo.

Il museo del cinema di Torino

museo del cinema torino due giorni

Scendo dall’ascensore trasparente e finisco dentro un’altra suggestione, quella del Museo del Cinema: che siate appassionati o no, qui ci dovete andare per ritrovare il senso dello stupore, per ricaricarvi di fantasia, per accorgervi che il sogno fa ancora parte di noi, anche se siamo subissati di stimoli che appiattiscono il sentire.

Due giorni a Torino devono assolutamente comprendere il Museo del Cinema, insomma. Si parte dalle origini di quest’arte, dai primi tentativi dell’uomo moderno di evadere dalla realtà e di creare suggestioni: affascinanti ombre cinesi, kinetoscopi, camere oscure, lanterne magiche e tantissimi macchinari per scoprire i primi trucchi, i segreti, i meccanismi che permettevano alle immagini di muoversi magicamente su uno schermo. Il bello di questo museo è che puoi sperimentare – quasi – tutto, toccare con mano, provare i diabolici marchingegni che tanto facevano sognare (o spaventare).

Ma il Museo del Cinema non è solo un viaggio a ritroso nelle origini, ma anche una specie di matriosca, grazie alla quale comprendere tutti i pezzi che si nascondo dietro un film. Gli studi di produzione, la regia, la sceneggiatura, gli attori e lo star system, i costumi di scena, la scenografia, gli storyboard, la sala cinematografica: ad ogni passo si svela il mondo affascinante che sta dietro a quelle due ore che ci tengono incollati allo schermo.

Il Monte dei Cappuccini

Esco dalla Mole che è ora di pranzo ma non ho fame; ho voglia di godermi la luce bellissima che fa brillare la città. Voglio arrivare fino al fiume, lungo il Po e salire sull’altro punto panoramico: il Monte dei Cappuccini. Prima della salita, mi fermo alla Chiesa della Gran Madre di Dio, che sorge sull’altra sponda del fiume, alla fine di via Po, una delle arterie più importanti della città. La Gran Madre (così è chiama dai torinesi) è una delle chiese più importanti di Torino, legata anche a culti esoterici e al mistero del Sacro Graal.

La Chiesa della Gran Madre di Dio

A fianco della chiesa, la strada in salita che porta al Monte: la vista che si apre è splendida, anche perchè siamo ancora più in alto rispetto alla mole, quasi a 300 metri d’altezza.

La prospettiva cambia, ma lo stupore resta. Sotto gli occhi il passato e il presente di una città che ha visto una profonda rinascita dopo le Olimpiadi Invernali del 2006,  uno dei primi grandi eventi sportivi sostenibili tenutosi in Europa.

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La magnifica vista su Torino dal Monte dei Cappuccini

ll Monte dei Cappuccini dall’altra sponda del fiume

Scesa dalla collina del Monte dei Cappuccini, un’occhiata ai famosi Murazzi del Po e una lenta passeggiata nel Parco del Valentino: è il più famoso e antico parco pubblico della città, il suo cuore verde insieme ai Giardini Reali.  Nel parco si trovano circa 1800 alberi, tra cui pioppi, salici, faggi, sequoie, platani, olmi e querce, alcune di queste monumentali. In autunno il Parco si accende di una luce calda che ti spinge ad indugiare sulle forme, i contorni, i raggi che attraversano le chiome. Il Parco è un’oasi di quiete dai suoni ovattati, dove riossigenare mente e cuore.

Dentro al Parco sorge il Castello del Valentino, sito UNESCO dal 1997 e oggi sede della facoltà di Architettura del Politecnico di Torino.

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Il Parco del Valentino in autunno si scalda di rossi e aranci

Il mio pomeriggio scivola via indugiando sui riflessi sull’acqua del Grande Fiume, sui viali signorili di Corso Vittorio Emanuele, via Roma e via Po che sfociano nei magnifici slarghi di Piazza Vittorio Veneto, piazza Castello, Piazza Reale e Piazza San Carlo.

E mi ritrovo a camminare così tanto che arriva sera e i viali si animano di gente, i locali si riempiono di ragazzi e la città ritorna a brillare delle sue Luci d’Artista.

Monumento in Piazza Castello a Torino

#day 2 – I “must” della città con Free Walking Turin

Lo consiglio a tutti: la prima cosa da fare quando si è in una nuova città è un intenso (e interessante) Free Walking Tour. La formula è semplice: una guida – solitamente sono ragazzi – vi porta in giro per un paio d’ore per la città, fornendo una panoramica dei luoghi più importanti, ma anche aneddoti, leggende e suggerimenti sui locali e i luoghi più particolari. Al termine della visita, si lascia una mancia, a seconda di quanto è piaciuta l’esperienza.

Il mio secondo giorno a Torino inizia quindi così: partenza di fronte alla stazione dei treni con Marco di Free Tour Turin per un itinerario classico della città.

Piazza san Carlo con le due chiese (quasi) gemelle

Ci fermiamo subito a notare le architetture fasciste di via Roma, l’attuale via del lusso torinese che sfocia in piazzetta CLN, una piazza compressa tra l’ariosa Piazza San Carlo e tristemente famosa perchè qui si affacciava l’Albergo Nazionale in cui aveva sede la Gestapo, la polizia segreta della Germania nazista.

Passato “il salotto della città”, dopo aver sbirciato dentro allo storico Caffè Torino, camminiamo fino al Palazzo Carignano, simbolo barocco del potere sabaudo che nel 1848 divenne la sede della Camera dei deputati del Parlamento Subalpino. Oggi ospita il Museo del Risorgimento Italiano (nota leggera: su questa piazza trovate la storica Gelateria Pepino, che si dice abbia inventato il famoso gelato ‘pinguino’).

La lapide ricorda il periodo in cui Nietzsche visse a Torino

Sulla vicina via Carlo Alberto, c’è un altro luogo che merita una sosta: la lapide che ricorda il luogo in cui Friedrich Nietzsche visse a Torino, una città che fu per lui un vero e proprio balsamo per l’anima. “Ma che dignitosa, severa città! Meravigliosa limpidezza, colori d’autunno, uno squisito senso di benessere diffuso su tutte le cose“. Fu proprio in quella casa che il filosofo scrisse il libro della sua vita, Ecce homo.

Pochi passi e siamo su Piazza Castello, cuore della città e scenario dell’ostensione della Sacra Sindone che oggi è conservata in una teca dentro al Duomo di Torino, proprio dietro la pizza.

Questo tour di Torino a piedi mi piace molto perchè non è una semplice carrellata di luoghi storici, ma una collezione di dettagli che solo una guida esperta può conoscere e può farti notare. Per esempio, perchè sotto il porticato di via Po è appeso questo cavallo giallo?

cavallo giallo via Po Torino

Questa figura è uno dei simboli degli eventi che si sono svolti nel 2015 contro la vendita a privati della Cavallerizza Reale, importante luogo storico di Torino e addirittura patrimonio Unesco.

I portici di via Po

Via Po è una delle arterie principali della città, considerata come una delle “più belle strade larghe, dritte e regolari”.  È il simbolo del secondo ampliamento della città iniziato nel 1673, importante nodo di connessione con i luoghi culturali (come l’Università e l’Accademia delle Belle Arti) e di potere di Torino oltre ad essere collegata alla via che portava nel Monferrato (di cui potrete leggere nel mio prossimo post).

Una curiosità? Se percorrete via Po da Piazza Castello verso l’ottocentesca Piazza Vittorio, vi accorgete che i portici sul lato sinistro non sono interrotti in prossimità degli incroci con le vie perpendicolari, mentre sul lato destro sì. Perchè? Perchè il simpatico (!) re Vittorio Emanuele I di Savoia non voleva che la famiglia reale si bagnasse in caso di pioggia mentre  andava dal Palazzo Reale alla vicina Chiesa della Gran Madre. Mentre la plebe, naturalmente, sì.

Cosa mi sono persa ma tu non devi farlo

Due giorni a Torino sono pochi se vuoi viverti il tempo della sosta e gustarti la vita di una città mentre accade. Come faccio ultimamente nei miei viaggi preferisco la formula “meno è meglio” quindi non colleziono luoghi da vedere, ma sentimenti da portare a casa.

Se torno a Torino, non voglio assolutamente perdermi:

  • il bicerìn, ovvero caffè, cioccolato e crema di latte, che va gustato in Piazza della Consolazione, Al Bicerin
  • il mercatino delle pulci Balon in Porta Palazzo e il Gran Balon, che invece si tiene ogni seconda domenica del mese, nel quartiere di Porta Palazzo
  • la visita alla Basilica di Superga
  • il Parco del Valentino
  • Museo Egizio
  • cenare dentro al tram parcheggiato in Piazza castello

Il tram di Piazza castello dentro cui si può cenare

 

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