Forte Campolongo: meta del mio itinerario di qualche domenica fa, quando ancora l’inverno sembrava un’ipotesi lontana e i prati erano ancora verdissimi. Un percorso facile nell‘Altopiano di Asiago che come ogni itinerario di guerra merita di essere percorso con attenzione e rispetto, ricordando chi su queste vette ha sacrificato se stesso.
La partenza: Rifugio Campolongo
Lasciamo l’auto alle spalle del Rifugio Campolongo, proprio di fronte all’inizio del sentiero in salita che porta al forte. Il sentiero da seguire è il n. 810 e ci porta fino a 1720 metri d’altezza, quota a cui è stato costruito il forte, per sfruttarne naturalmente la visuale sul fronte nemico. La strada è sterrata ma il percorso davvero facile, per nulla impegnativo: questa era la vecchia mulattiera di collegamento fra la strada principale e il Forte, circondata da boschi di abeti che in circa un’ora di cammino ci fa raggiungere la meta. Prima però ci imbattiamo in una strana ‘piscina’, che poi ho scoperto essere il bacino di raccolta-acque indispensabile per poter progettare e collocare una costruzione bellica in un’area a forte carsismo, com’è l’Altopiano.
Superato il bacino attraversiamo un’area pic nic sotto gli alberi: ci tornerà utile all’ora di pranzo, prima di scendere. Pochi metri dopo il tornante, si incontra quello che era l’alloggio ufficiali, oggi ristrutturato ad uso privato; al tornante successivo ci si para davanti un impressionante tunnel scavato nella roccia, ingresso per il forte.
Questo luogo ha un fascino particolare: freddo e massiccio, isolato tra questi boschi, il forte si staglia come un monito verso la bruttezza della guerra, che riesce perfino ad influire sulla bellezza della natura che si apre tutt’attorno. È un luogo in cui la memoria è potente, dove percepisci chiaramente che cosa è avvenuto qui durante la prima Guerra Mondiale. Non mi sento bene in questo posto, fa quasi male camminare tra le stanze fredde e vuote del forte, così in contrasto con la potenza della montagna, tra enormi rocce e dirupi che guardano la Valdastico.
Il Forte Campolongo, maestosa memoria di Guerra
È una fortezza militare costruita tra gli anni 1908-1912 sulla sommità del Monte Campolongo nell’Altopiano di Asiago ed è considerata tra le migliori realizzazioni italiane dell’epoca. Armato con quattro cannoni in acciaio in cupole corazzate, grazie alla sua posizione poteva agevolmente controllare la Valdastico e portare il proprio fuoco verso i vicini forti autro-ungarici. Molte parti sono state distrutte dopo la guerra e di recente è stato restaurato grazie al progetto ecomuseo Grande Guerra delle Prealpi vicentine.
La “piazza d’armi” porta direttamente alla costruzione fortificata, lasciando sulla destra il punto di guardia e il tunnel per il trasporto delle munizioni direttamente alle cannoniere, per mezzo di un montacarichi. Sotto la piazza d’armi, i resti di quelle che erano la fureria, il deposito e gli alloggi della truppa. Gli ambienti sono completamente spogli e non resta che immaginare il brulicare di militari che si muoveva tra queste stanze. La visita non richiede molto tempo, ma una volta visitato il Forte Campolongo (così come ogni altra memoria tangibile di guerra) è sempre bene fermarsi un attimo a riflettere sul messaggio che ancora oggi questi ‘mostri’ ci possono comunicare: vale davvero la pena chiudere confini, alzare muri sempre pronti allo scontro? Non è meglio lasciare spazio a dialogo, alla comprensione dell’altro e delle sue differenze?
Ritorniamo in silenzio sul sentiero che scende in mezzo al bosco verso il punto di partenza.
Il percorso è ad anello e sbuca proprio di fronte all’immenso prato che sta di fronte al Rifugio Campolongo. Tempo per una birretta e per andare a sbirciare gli interni di questa struttura che non è solo ristorante, ma anche un B&B con centro benessere, dove regalarsi trattamenti come il bagno di fieno, la spazzolatura e la sauna, rigorosamente alimentata con una stufa a legna. Ricavato dal sapiente restauro di una casera d’alpeggio, il Rifugio Campolongo è quello che io mi immagino quando penso alla montagna (e soprattutto al relax!): un grande camino, stanze confortevoli tutte in legno, boschi tutti attorno e tanta quiete. Messo in agenda per un weekend invernale! 😉
Perchè mi è piaciuto
Perchè il forte, massiccio e freddo, contrasta in modo quasi ‘doloroso’ con la bellezza di questi paesaggi dell’altopiano, rendendo ancora più evidente l’orrore assurdo della guerra.