Ciò che si nasconde alla vista, disvela ciò che stiamo cercando in noi: lo stupore di un attimo distratto, la quiete di un tempo senza tempo, la fantasia di un sogno perduto.
Tra i giardini privati di Ferrara, normalmente celati alla vista, ma che straordinariamente si sono lasciati ammirare tra il sole di maggio, ho ritrovato il filo perduto di pensieri distratti, che mi parlano di me.
E mi dicono che mi voglio prendere tempo per curare solo le cose belle, proprio come si fa con un giardino, con costanza e dedizione. Solo per le cose che possono sbocciare, che possono crescere forti e radicate, che regalano immortale bellezza.
Tra i giardini privati di Ferrara per Interno Verde
Due giorni per scoprire ciò che si era solo immaginato, dietro le facciate degli antichi palazzi, alle spalle degli imponenti portoni: Interno Verde è l’evento che offre l’occasione per educare ad un nuovo sguardo sulla città di Ferrara e i suoi giardini privati, raccontandone la storia attraverso i vuoti riempiti di verde.
Il weekend scorso, 12 e 13 Maggio, oltre 70 giardini dentro il cuore della città (ma non solo) hanno mostrato le loro meraviglie segrete, per un viaggio di suggestioni e memorie tra i cambiamenti e i vissuti di Ferrara.
Mappa alla mano, passeggiare tra vie inesplorate e angoli non abituali alla ricerca dei giardini visitabili, mi ha regalato l’eccitazione di una caccia al tesoro. È proprio quando non sai cosa ti aspetta, che la curiosità diventa tensione dello sguardo, che in qualche modo si risveglia dal sonno dell’abitudine.
Quello che vedi, in fondo era lì anche ieri: così realizzo che ciò che non si mostra alla vista, magari si può manifestare in altro modo; ciò che non si vede non significa che non c’è. Voglio conservare questa verità, voglio che mi guidi ogni volta che sto per precludermi una nuova possibilità.
“Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, la pietra che ha cambiato posto.” – José Saramago
Dentro un giardino impari anche la cura del tempo: il tempo che serve ad una pianta per crescere ed arrivare al suo rigoglioso splendore, un tempo che sa di pazienza e attesa fiduciosa di un nuovo domani. Ecco perchè ho preferito soffermarmi e rallentare, sedermi stupita nel verde di una panchina appartata, per udire il sussurro della natura che sa mostrarci ciò che di noi dimentichiamo.
Giardini privati: la suggestione dei dettagli
Ho amato il giardino di via Boccaleone 40: un’eredità lasciata dall’architetto Orlando Veronese che, di ritorno dalla guerra, volle ricavare nell’area urbana uno spazio privato di pace e quiete; uno spazio dove natura e architettura potessero incontrarsi e dialogare, al riparo dagli sguardi curiosi. Un giardino privato che ancora oggi lascia fuori il tempo moderno e lascia entrare il silenzio sospeso dell’anima. Un’oasi di vera rigenerazione.
Mi sono stupita dentro l’intimo giardino di via Ugo Bassi 21, piccola esplosione di verde dentro l’abbraccio di un alto palazzo di mattoni in cotto, a quanto pare costruito nel 1496. Ma è uno di quei giardini dove sei costretto ad indugiare, tra mille dettagli che ti attraversano lo sguardo: la camelia, l’ortensia e la gardenia si mescolano a installazioni d’arte, piccole statue di eleganti dee sognanti e edere rampicanti che scendono dalle finestre e chiedono di alzare lo sguardo lassù, per ammirare anche loro. Una corte su cui spiccano una moltitudine di archi, finestre, logge e porte, intervallate da formelle, targhe ed elementi decorativi, tracce di un passato che voleva per questo spazio verde un uso ben diverso.
Mi sono rilassata all’ombra dei grandi alberi dell’Orto Botanico (che non avevo mai visitato), che oggi raccoglie ben 700 specie diverse di piante e fiori: uno spazio nel cuore della città, in cui si conserva da secoli un prezioso tesoro di conoscenza. Tra prati, laghetti di ninfee, aiuole esplose di rose sbocciate e serre traboccanti di verde, si snoda il sentiero tra oltre 4.000 metri quadrati di orto, da sempre patrimonio dell’Università di Ferrara.
Nel mio errare tra i giardini di Ferrara per la terza edizione di Interno Verde, c’è un luogo che mi è rimasto nel cuore particolarmente, e non è un giardino: si tratta di un terrazzino fiorito in faccia al Castello Estense, parte del Palazzo storico delle Assicurazioni Generali. Una vista privilegiata su un’opera d’arte prima che difensiva, che si erge fiera nel centro pulsante della città in tutta la sua equilibrata bellezza.
Cosa mi sono persa
Non ce l’ho fatta a visitare in un giorno solo tutti i giardini: il mio consiglio, per la prossima edizione del festival, è quello di concederti due giorni interi per muoverti con calma tra gli oltre 70 giardini privati che vengono aperti in via eccezionale.
Mi è dispiaciuto non essere passata a visitare i giardini di Casa Minerbi, i lussureggianti spazi degli Horti della Fasanara (un tempo riserva di caccia dei nobili Estensi), l’orto biologico in città gestito da Terraviva e i giardini che si affacciano sulla Darsena lungo il Po di Primaro.
Segno già l’evento in agenda per il prossimo anno 😉
“Un giardino è una cosa da cui dobbiamo essere stati cacciati; altrimenti, come avremmo potuto abbandonarlo?” – R. Borchardt
Maggiori informazioni su Interno Verde e i giardini privati di Ferrara
Interno Verde è ideato e organizzato dall‘associazione Ilturco, che per il terzo anno consecutivo ha fatto aprire porte e portoni di Ferrara per scoprire cosa si cela dietro alle facciate degli antichi palazzi: giardini privati che prendono le forme di piccole oasi fiorite di tranquillità e pace domestica, geometrie zen e labirinti di siepi, magnifici alberi secolari e arboreti insospettabili. Ma anche orti medievali e giardini botanici, distese di prato e terrazze fiorite per sensibilizzare al rispetto e alla valorizzazione del verde, fornire una chiave per interpretare più profondamente il senso dello spazio che si attraversa. Un evento che esercita la nostra consapevolezza, che ci insegna a guardare in modo nuovo non solo la città, ma anche dentro di noi.
Interno Verde si è svolto il 12 e il 13 Maggio 2018: due giorni dedicati a chi, dietro un portone chiuso, iniziano a sognare ciò che non possono vedere.
Ti suggerisco di segnarti in agenda l’evento per il prossimo anno, non perderti l’occasione di imparare a guardare con occhi nuovi, anche in te. www.internoverde.it
Interno Verde è un evento sostenibile
Interno Verde è un evento a basso impatto ambientale: lo attesta la certificazione ottenuta ISO20121 che ne attesta la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Si tratta di un evento sostenibile in primis per la mobilità: grazie alla partnership con Ricicletta e FIAB, sono state messe a disposizione dei partecipanti tantissime biciclette per muoversi in città velocemente e senza inquinare.
Anche per la ristorazione è stata fatta una scelta sostenibile: nella piazza principale della città sono stati allestiti stand gastronomici di cucina vegana. Io ho assaggiato il grano saraceno con olive e pomodorini, polpette di lenticchie e di spinaci e mandorle. Inutile dire che ho apprezzato alquanto. Naturalmente le stoviglie erano completamente biodegradabili!
Oltre a queste azioni, sia nella promozione che durante lo svolgimento di Interno Verde è stata utilizzata carta riciclata al 100%. Le magliette dell’evento sono state scelte dalla filiera del commercio equo e solidale, nello specifico dalla cooperativa AltraQualità, realizzate in cotone certificato biologico e fair trade.