Lo sapete: per me viaggiare in modo sostenibile è un concetto ampio, o meglio, è una sensibilità, una capacità di gustare la bellezza, di sapersi meravigliare anche di un dettaglio, non per forza lontano. Anche nella propria città. Ecco perchè oggi vi racconto di I.c.aro, un progetto alla sua seconda edizione, che vuole ridare vita a luoghi abbandonati o dimenticati di Rovigo attraverso l’arte contemporanea di giovani artisti.
Ammiro sempre chi si impegna attivamente per fare qualcosa e non si lamenta e basta, quindi per me questo progetto artistico ha un doppio valore: perchè Rovigo è la mia città e perchè è proprio l’arte secondo me lo strumento che può ridare nuova luce a degli spazi che sembrano degli scheletri senza tempo.
I.C.A.RO è arte dove non te l’aspetti: vecchie stazioni del bus, porticati, cortili, piazze, porte che magari nessuno ha mai notato o che l’occhio vuole di proposito ignorare. Da due anni grazie ad I.C.A.RO questi luoghi ritornano a parlare e se passeggi per la città ti ritrovi a pensare che davvero la bellezza è ovunque, basta saperla cogliere. L’arte ci aiuta a fare questo, a trovare un punto di vista nuovo, delle nuove lenti per guardare le cose.
Icaro vuole essere un’invasione pacifica e colorata di opere per una mostra diffusa in città, un’intrusione a cui magari non siamo ancora abituati, decisamente ai margini e fuori contesto, in dialogo e ascolto con alcuni luoghi e architetture storiche: per l’edizione 2016 del festival troveremo pennellate d’arte su spazi incerti e indecisi, che l’occhio stanco non è più abituato a considerare.
Il festival inizierà il prossimo sabato 16 aprile alle ore 18.00 al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo con la mostra personale di Annamaria Moro, una giovane artista e musicista padovana. Sono davvero curiosa di vedere come è riuscita a far dialogare pittura e musica nella sua esposizione dal titolo “Labirinto armonico”: anche se sembrano due mondi distanti, in realtà un filo rosso accomuna queste due espressioni artistiche, di cui Annamaria è riuscita ad analizzare le profonde connessioni.
Questa è la storia di un’occupazione felice e di una rivoluzione gentile, dove le creazioni artistiche hanno iniziato a creare la nuova pelle della città, la superficie sulla quale si poserà lo sguardo dei passanti, che magari avrà per un attimo l’impressione di stare in un museo all’aperto, dove passato e presente si intrecciano in modo inaspettato.
Magari l’arte contemporaea non vi piace (magari ditelo, siete fra quelli che pensano ‘questo potevo farlo anch’io!’ ), ma credetemi, vi obbligherà ad accorgervi di uno spazio che non avete mai notato, a ritrovare un ricordo dimenticato, a recuperare una sensazione in fondo al vostro cuore. Quindi…vi aspetto a Rovigo!
Potete scaricarvi tutto il programma del festival e appenderlo nelle vostre camerette: vi ricorderà di guardare sempre all’insù! 😉