Me lo ricordo: quando avevo le matite colorate in mano e un grande foglio bianco davanti, le disegnavo. Colline, dolci e verdissime colline, baciate da un sole pulito e splendente in cielo. Da bimba non sapevo che un paesaggio di così perfetta bellezza esistesse veramente: poi ho scoperto che era la quello della campagna toscana.
La campagna toscana è il bello che consola, che cura le ferite dell’anima. È quella bellezza che vuoi ardentemente fotografare, catturare, ma che poi delude nel riguardarla su uno schermo. Perchè la Toscana e la sua campagna ti incantano come una musica ipnotica e non puoi staccare gli occhi dagli infiniti verdi, dai casolari che dominano le cime, dai piccoli borghi incastonati in questo dipinto.
C’è una terra che concentra su di sè tutti i simboli della Toscana nel suo aspetto più rurale: è la Val d’Elsa. Siamo nel cuore della Toscana: da qui si raggiungono le più famose città d’arte che il mondo intero ci invidia come Firenze, Siena, Pisa, Lucca, San Gimignano e Volterra. Luoghi che non serve raccontare, talmente sono entrati nell’immaginario di tutti noi. Ma la Val d’Elsa è anche un crocevia di strade che portano a scoprire la Toscana nei suoi diversi volti: il mare, la spiritualità, l’arte e la storia.
Deve il suo sviluppo alla via Francigena, uno dei più importanti cammini di pellegrinaggio che conduce a Roma, un’arteria che attraversa la Toscana e che proprio lo scorso anno ha visto una grande riscoperta da parte dei turisti, in concomitanza con l’Anno nazionale dei Cammini.
Non c’è terra che meglio si presti per essere conosciuta un passo alla volta, in maniera sostenibile, lenta. Della Toscana e la sua campagna non ne hai mai abbastanza, più la guardi e più ti sembra di aver perso qualche dettaglio, una sfumatura di colore che non avevi visto, un punto nascosto dal quale si apre il panorama. Per questo il mio consiglio è di stare, fermarsi: così inutile collezionare luoghi “che s’hanno da vedere”…così prezioso sospendere il tempo davanti a questo dipinto naturale.
La campagna toscana è ospitalità sostenibile
Questo è quello che ho fatto io un paio di weekend fa: godermi l’estate che arriva sulla campagna toscana, quando la luce è così bianca che quasi tutto perde profondità e pare veramente una tela pennellata.
Due giorni ospite di Francesca e del suo Agriturismo Le Capanne: qui ho trovato non solo accoglienza familiare, ma un’amica che, con il suo fare dolce e delicato, mi ha persuaso ad ascoltare il racconto di una terra che sussurra piano la sua bellezza. Francesca ha la sua campagna nel cuore: appena può fugge da Firenze dove vive per dedicarsi alla terra, renderla un tesoro prezioso di frutti. Insieme a lei, la sua famiglia e una meravigliosa nonna dalla quale carpire i segreti per coltivare senza uso della chimica.
Francesca e la sua famiglia sanno bene quanto sia prezioso l’equilibrio della campagna toscana e si impegnano quotidianamente per rendere leggero il loro impatto sulla natura, educando i loro ospiti a fare altrettanto. Ospitalità sostenibile che passa attraverso l‘uso di prodotti ecobio sfusi all’interno dei tre appartamenti a disposizione dei turisti, il recupero (quasi maniacale!) di qualsiasi elemento che può tornare a seconda vita (bellissimi i divani riempiti di foglie secche ricavati da vecchi sacchi di iuta) e naturalmente zero uso di chimica in agricoltura.
Sostenibilità che diventa un invito all’ozio consapevole, immersi in uno scrigno di ricca bellezza che ha solo bisogno di silenzio. Ricchezza di frutti (svegliarsi alla mattina e ritrovarsi in mano un tartufo appena colto), di sorrisi, di semplicità così autentica. Mi sono lasciata cullare dalla poesia della Val d’Elsa, una terra che negli ultimi cent’anni ha vissuto appartata perché penetrarla significa deviare dagli itinerari toscani più consueti. Questa sua riservatezza le ha donato quel carattere speciale che si percepisce soggiornando qui e in qualche modo ne ha preservato il cuore caldo e gentile che è disponibilità all’incontro, vera accoglienza.
# day 1 – Terra Nuova Festival: l’evento degli stili di vita sostenibili
È stato bello condividere con Francesca la stessa sensibilità verso le scelte di vita sostenibili, dai consumi, all’alimentazione, all’energia. Ed è con lei che sono stata alla scorsa edizione del Terra Nuova Festival, un grande evento sui temi dell’ecologia, degli stili di vita consapevoli e del benessere naturale. Due giorni di convegni e laboratori, a cui hanno fatto da sfondo una ristorazione biologica e prevalentemente vegana/vegetariana e tanti espositori di prodotti naturali, anche legati al mondo olistico. L’evento si è svolto a Lido di Camaiore, sulla costa Toscana, all’interno di uno spazio che a parer mio (e di altri amici), è poco adatto ad un festival che si propone di mantenere un ‘profilo basso’: la Villa Le Pianore. Ho voluto partecipare prima di tutto per l’affetto che mi lega a questa rivista che seguo e apprezzo da diversi anni; credo sia anche grazie a lei e agli approfondimenti che ho trovato, che ho progredito sul mio cammino di consapevolezza verso una vita a basso impatto ambientale.
Ed è con lo stesso affetto che mi sono sentita un po’ delusa dalla qualità degli espositori in primis e poi della profondità dei temi trattati nei convegni: sì, mi aspettavo da Terra Nuova qualcosa in più…Ma nulla viene per nuocere: nell’incontro “L’officina locale del turismo responsabile. Ospitalità rurale, natura e cultura al centro di una nuova economia”, ho conosciuto un interessante progetto creato in collaborazione con l’Associazione Locatori Turistici Versilia. Si chiama MARE chiama TERRA ed è un intreccio di idee semplici ma innovative a favore dello sviluppo sostenibile della Versilia. Versilia che vuole smettere di essere conosciuta solo come mare, ma vuole riuscire a mostrare la sua anima ricca di storia e natura da vivere. L’intento di MARE chiama TERRA è creare un processo di cooperazione territoriale fra aziende, imprenditori e persone sempre più saldo, per sviluppare un nuovo turismo consapevole e attento che passa attraverso la socialità, la condivisione, la rete, i piccoli gesti rivoluzionari come il recupero del cibo avanzato dai ristoranti o il taxi condiviso.
# day 2 – I dintorni: la Gerusalemme di San Vivaldo
È domenica e mi sveglio dopo un sonno ristoratore che non facevo da anni. Complice il silenzio, quello vero. La colazione è un colorato cesto di prodotti biologici che trovo direttamente in camera e le ciliegie rossissime che colorano i tanti alberi attorno ai terreni dell’agriturismo.
Francesca è intenta al suo orticello, io mi gusto il profumo della domenica mattina. Ho voglia di fare due passi e così vado a visitare un luogo ricco di fascino che sorge proprio qui vicino: la Gerusalemme di San Vivaldo. Si tratta di uno dei luoghi di culto più affascinanti della Toscana, una riproduzione della topografia e dei luoghi santi della Gerusalemme del XVI secolo. Perchè questo nome? Si tratta di un complesso di cappelle e tempietti decorati con terrecotte policrome ispirate alla vita e alla Passione di Cristo disposti in maniera da riprodurre in scala ridotta la planimetria della Gerusalemme del tempo.
Un luogo magico immerso nel verde che ha origini antiche: qui infatti, in un romitorio nei pressi della Chiesa di Santa Maria in Camporena, visse una vita di preghiera e devozione il frate Vivaldo Stricchi. Nel bosco di castagni secolari dove era vissuto, dopo la sua morte e la sua santificazione, furono edificati una cappella, un romitorio e infine, nel 1355 una vera e propria chiesa ancora oggi visibile. È in questo luogo di grande valore spirituale e devozionale che Fra Tommaso da Firenze progettò il complesso di cappelle, adottando l’orientamento astronomico di Gerusalemme e scegliendo con cura la valle boscosa ad est del Convento per edificare i luoghi della Passione.
Sono passati ben 500 anni da quando Papa Leone X emanò il “breve”, concedendo l’indulgenza a tutti i fedeli che decidevano di visitare le cappelle della Gerusalemme di San Vivaldo anziché recarsi in pellegrinaggio in Terra Santa, al tempo occupata dai Turchi.
Passeggiare tra le cappelle, tra gli archi fioriti e gli alberi del bosco che abbraccia questo luogo sacro mi regala un sorriso di felicità sulle labbra, quella felicità che arriva dalla consapevolezza che la vita va solo lasciata svelarsi in tutte le sue manifestazioni, anche quelle che possono essere in apparenza lontane dal nostro sentire. Nessun giudizio, guardiamola nei suoi colori: è così bella, facciamole posto dentro di noi!
Le campane suonano mezzogiorno, è ora di ritornare a casa per pranzo: la nonna di Francesca mi aspetta per farmi assaggiare i suoi meravigliosi carciofi fritti, gli ultimi della stagione, raccolti direttamente dal suo orto biologico.
Sentirsi a casa è facile quando trovi il calore di una famiglia che ti accoglie come ne fossi parte.
Il pomeriggio è solo relax: a bordo della piscina dell’agriturismo, il mondo che corre là fuori pare lontanissmo. Abbracciata dalle dolci colline di questo angolo di campagna toscana, mi rendo conto che un altro modo di vivere è possibile, un vivere che guarda alle tradizioni dei nostri nonni, con la consapevolezza degli strumenti del nostro tempo.
Riparto con il cuore che ride di gioia: ancora una volta ho trovato la bellezza della vita, impigliata in un filo di vento che mi accarezza i capelli.
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