Non ditelo a me: mai partita senza una guida. Più d’una spesso e volentieri, ma senza quel libricino nella tasca esterna del trolley non mi sentivo in pace.
È la prima cosa che apro al mattino quando sono in viaggio: sul tavolo della colazione c’è sempre una bella fetta biscottata e lei aperta sulla pagina della prossima meta da visitare durante la giornata. Mi aiuta a darmi un confine, a farmi sentire dove sono, a darmi un punto di vista (da mettere in discussione!) sul luogo in cui sono. Poi succede che mi pesa tenerla tra le mani, che mi lascio trasportare dall’emozione del viaggio, dalle persone, dai dettagli, dalle atmosfere. E non leggo più nulla della mia bella guida.
È da questo oggetto, da questa prezioso strumento che è partita questa riflessione: quanto è importante avere una guida? E il pensiero è corso subito al significato di questa parola e al suo simbolismo, sia in viaggio che nella vita. Che tipo di persona sono? Quanto ho bisogno di una guida? Fino a poco tempo fa non lo sapevo. Non avrei saputo rispondere. O meglio: avrei risposto che io me la so cavare benissimo da sola, che le guide mi servono solo ‘in caso di emergenza’, ma che poi il viaggio è un’affare personale, nessuno ti deve dire cosa è meglio fare o vedere. Certo, in linea di massima è così: se una persona è così tanto legata ai ‘comandamenti’ di quelle pagine, vivrà il viaggio di qualcun’altro. Non il suo. Ma la guida il suo senso ce l’ha, eccome: ti mette davanti a tante scelte, ti offre spunti da cui attingere, ti offre un indirizzo per il tuo cammino. È l‘esperienza di chi già c’è stato, di chi sa qualcosa più di te e te lo vuole insegnare.
“Un cieco non può guidare un altro cieco”
Questa riflessione e il parallelismo che spesso faccio tra il viaggio e la vita (è pur sempre un viaggio!) è arrivata proprio quando mi sono resa conto che di una guida ne avevo in realtà estremo bisogno, perchè stavo vagando senza meta tra una quotidianità senza forma. Il mio IO non voleva ammetterlo, tanto è abituato a far tutto da sè e a non chiedere aiuto. In realtà era proprio una guida ciò che il mio cuore cercava, una mano che mi sostenesse mentre sto camminando sul filo del destino. E tutto è andato in questa direzione e nemmeno lo sapevo: era sete di esperienza la mia, una luce puntata verso possibilità che non conoscevo, come un faro. E la guida è arrivata: si è materializzata come una persona che mai avrei pensato potesse diventarlo, tanto ero lontana dal suo mondo che per me rappresentava valori che non condividevo. Quando ho realizzato che il suo ruolo era proprio quello di guidarmi è stato un sollievo e con un grande respiro mi sono affidata alle sue pagine piene di saggezza perchè potesse illuminarmi e farmi vedere quello che da sola non riuscivo a vedere.
Se adesso mi chiedete se è importante avere una guida per partire per il viaggio della vita, vi rispondo di sì: una guida ti aiuta a tirare fuori il meglio di te stesso, ti dà la forza per iniziare la tua evoluzione, ti stimola nel quotidiano fornendoti nuovi punti di vista. Ma fate attenzione, perchè se non siete liberi nel cuore, quella che inizialmente è una guida può rivelarsi un ostacolo al nostro sviluppo. Una guida consiglia ma lascia liberi, ispira ma non condiziona, fornisce degli strumenti ma non suggerisce quali usare.
E voi, cosa ne pensate? Avete una guida nella vostra vita? Ne state cercando una? Non cercatela, perchè:
“Quando l’allievo è pronto, il maestro compare“
– Antico detto indiano –