Un viaggio spirituale è un cammino verso la parte più profonda di sè, un momento per dialogare con le parti di noi che danno forma ai nostri valori, al nostro credo, al nostro sentire, i tanti pezzettini che compongono il mosaico della nostra anima. Vi racconto il mio viaggio interiore sfiorando il concetto di libertà e le sue mille sfaccettature.
Anche se sono convinta che ogni viaggio sia una occasione di conoscenza di sè, ci sono viaggi verso luoghi speciali carichi di bellezza e spiritualità che hanno la capacità di farci toccare la parte più impalpabile di noi, quella che rende la nostra esistenza qualcosa di più grande, più alto e ci fanno avvicinare a Dio, qualsiasi sia il nome che vogliate dargli. Perchè Dio non è qualcosa di distante da noi, che sta lassù a guardarci e giudicarci, ma è esattamente dentro di noi, è quello che già siamo ma che spesso dimentichiamo di esprimere. E’ il nostro risplendere più profondo, nascosto sotto strati di schemi, paure e insicurezze, che ha bisogno di emergere e riempire di luce tutto ciò che ci circonda.
Trascorrere qualche giorno in questi luoghi è come aprire una porta: si può guardare al di là, vedere un bellissimo giardino e decidere se chiuderla o se saltare di là…
Viaggio spirituale: la mia esperienza
Premessa: non sto pensando di farmi suora, nè sono sempre stata una convinta cattolica, anzi. Mi sono avvicinata a percorsi di crescita interiore solo di recente, quando una voce mi chiamava e mi diceva che forse stavo sprecando i miei giorni senza una motivazione profonda, un senso più alto al mio vivere. Vari percorsi mi hanno portata a guardarmi dentro e quando lo fai, vi posso assicurare, inizi a toccare con mano la spiritualità: è qualcosa di slegato da qualsiasi credo religioso o da riti confezionati, ma è quella parte ancestrale che unisce la grande famiglia umana.
Ci sono molti modi per arrivarci, ma tutti passano attraverso la bellezza: lei ti travolge, non c’è modo di scamparne. Può anche farti male se non sei pronto a farti cambiare da lei, ma ci devi passare attraverso. Bellezza che può assumere l’aspetto di un paesaggio, di un’opera d’arte, di un amore, di un incontro con una persona, di una risata.
La mia esperienza di ‘crescita spirituale’ se così vogliamo chiamarla, è stata presso la Pieve di Romena, in Provincia di Arezzo nel Casentino: un luogo che parla da solo, di una bellezza disarmante da sembrare dipinta.
In questo luogo vive una fraternità, un insieme di persone arrivata qui per i motivi più diversi, ma tutte in cerca di una risposta, di un momento di pace, di un senso più alto da dare alla propria esistenza. Un porto di terra, come è stato definito. Non c’è confine a Romena, non c’è chiusura: di spazi, di valori, di credo. Romena è un luogo aperto a tutti, a chi crede e chi non crede, a chi ha voglia di donare o solo di prendere. Così come per i pellegrini del Medio Evo, in marcia verso Roma, la pieve rappresentava un punto di riposo dove fermarsi per una notte, rifocillarsi e ripartire, così oggi la Fraternità vuol offrire un luogo di sosta ai viandanti di ogni dove: per ritrovarsi e riscoprire la bellezza della nostra unicità, una sosta per poi riprendere e proseguire il proprio personale cammino di crescita.
Il viaggio interiore, un’occasione per trovare il proprio sogno
Ho trascorso cinque giorni all’interno del Tempo di Fraternità, ovvero un periodo fatto di condivisione, preghiera e lavoro, uniti da un unico filo conduttore: questa volta si è riflettuto sulla libertà e sui diversi modi in cui può essere intesa. Abbiamo parlato di libertà di osare, di libertà di creare, di libertà di sognare: questo è stato l’incontro che mi ha segnato di più, davvero intenso, in cui come un rituale abbiamo bruciato nel grande camino della casa le nostre paure, gli schemi e i condizionamenti che ci impediscono di diventare quello per cui siamo nati. Non è facile lasciare andare tutto questo, ma prima o poi ci dovremo fare i conti.
Mi ritrovo molto nelle parole di Eliana di Geco Travel e nel coraggio che ha avuto di inseguire i suoi sogni, che l’hanno portata ora ad occuparsi di scrittura e viaggi; racconta: “Ho lottato contro me stessa, perché sì, noi siamo i più grandi sabotatori dei nostri sogni. Mi sono impantanata nella palude delle mie paure e ho vissuto giorni di interminabile grigiore. Mi sono sentita paralizzata perché non sapevo in che direzione muovere i miei passi, non sapevo ancora cosa volevo. E io ho capito che a un certo punto i miei sogni erano diventati troppo importanti per rinunciarci, per non tentare almeno.”
Quanti di noi si sono trovati a vivere questa situazione, che soffoca e ti lascia senza speranza? E invece ho capito che la speranza c’è, sempre, a qualsiasi età e in qualsiasi momento. Magari capirlo da soli non è facile, magari c’è bisogno di incamminarsi, magari serve un tempo di silenzio o attraversare un dolore grande. L’importante è svegliarsi un giorno e decidere di farlo quel passo, verso chi siamo veramente, verso ciò che ci rende DIVERSI, ma unici.
«Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni»
– Paulo Coelho –
Vi lascio una canzone
Vi lascio la canzone che mi ha accompagnato in questo viaggio spirituale e che mi ha fatto riflettere sul fatto che niente di quello che viviamo è perduto…tutto resta, niente ci attraversa per caso, ma si sedimenta da qualche parte e, prima o poi, sboccerà. Nel nostro giardino.
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