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Mollare tutto: il viaggio sostenibile di Alessandra

alessandra mollare tutto

Un’altra storia sul mollare tutto? Forse. Ma la storia di Alessandra è arrivata a me e mi ha colpita al cuore perchè parla di sostenibilità ambientale e di persone che sono riuscite realmente a farne uno stile di vita, rimboccandosi le maniche per cambiare la società, in meglio. Non potevo non raccontarla. Soprattutto perchè come me condivide il pensiero che se facciamo una scelta sostenibile per noi, questa si rivela poi anche sostenibile per l’ambiente e l’ecosistema di cui facciamo parte. Vieni a scoprire il suo cammino!

La storia di Alessandra e il suo viaggio sostenibile

A volte senti un’urgenza, non puoi più ignorarla: ti devi muovere. Non resta che spostare il tuo corpo dai luoghi dell’abitudine per dargli una nuova prospettiva, una fresca opportunità. E allora devi partire, devi andare, devi mettere vita sulle gambe, sotto i piedi. Questo è quello che è successo ad Alessandra, che ha scelto di lasciare ‘il posto fisso’ e viaggiare in lungo e in largo l’Italia per trovare il proprio Ikigai – la ragione che ti spinge ad alzarti la mattina, che contribuisce alla tua longevità e ti fa amare ciò che fai.

Ciao Alessandra, raccontaci un po’ chi sei

Alessandra di sostenibileperme.it

Napoletana di nascita, classe ’83 e milanese d’adozione dal 2005, sono una Psicologa del lavoro e Psicoterapeuta ad indirizzo rogersiano. Per anni ho lavorato nel campo delle risorse umane, occupandomi di selezione, formazione e valutazione del personale finché un giorno ho detto stop. Mi fermo qui, voglio fare altro. Voglio sporcarmi le mani di terra e raccogliere l’insalata che mangio con le mie stesse mani. Voglio vestirmi comoda e cambiarmi solo quando è realmente necessario e non perché c’è quella riunione o quella festa figa cui dover presenziare per forza. Ho sempre adorato viaggiare, fotografare, conoscere persone “diverse da me” e anche quando non ho potuto allontanarmi dalla routine mi è sempre piaciuto provare a sperimentare strade alternative per arrivare a lavoro o a casa, perché credo sia bellissimo stupirsi, ammirare e sentirsi turisti anche nella propria città. Adoro gli alberi, il mare ed il sole. Per cui se sono a lungo troppo lontana da uno di questi tre elementi rischio di soffrire come una balena spiaggiata. Mi manca l’ossigeno.

Se fossi un animale, quale saresti e perchè?

Se fossi un animale probabilmente sarei una tartaruga, perché mi piace prendere le cose con calma e perché da sempre, da quando ero piccola, mi porto “dietro la casa” ovunque vada. Abituata a traslocare spesso, non ho mai fatto fatica ad ambientarmi in un posto nuovo e a farlo mio dopo poco, così come, essendo quasi sempre stata lontana dalla mia famiglia di origine, la “mia casa tartaruga” è ciò che mi ha consentito di sentire i miei affetti sempre assieme a me.

E ora, raccontaci del tuo folle progetto! 😉

mollare tutto la partenza

Alessandra alla partenza

Ho sognato (e deciso) di partire per un eco-viaggio: a fine gennaio del 2018 ho lasciato il famoso posto fisso – dopo tante, ma tante menate, ragionamenti e maldipancia – ho deciso di provare veramente a mettermi in gioco – mi son detta “prima di arrivare a 40-50-60 anni e farmi venire una vera e propria crisi esistenziale, vorrei darmi una chance ora che ho ancora un barlume di energia fisica (e mentale, si spera) e provare a capire in cosa investire le mie energie”. Quali obiettivi mi sono posta con questo viaggio sostenibile?  Il primo sicuramente quello di andare a a conoscere di persona realtà ecosostenibili, capaci cioè di autosostenersi in termini alimentari ed energetici. Mi interessava capire se VERAMENTE un altro modo di vivere è possibile. Ma non sono gli unici motivi che mi hanno spinta a partire:

  • vorrei provare a capire sulla pelle se “andare a vivere in campagna” faccia per me oppure no (essendo sempre stata un animale urbano, vorrei cimentarmi in questa avventura ora che ne ho ancora le forze fisiche e mentali e non “quando sarò in pensione” come spesso si dice).
  • Il secondo è di carattere più ambientale/sociale: promuovere attraverso il mio blog www.sostenibileperme.it quelle famiglie/comunità/piccole aziende agricole che hanno fatto dell’ecosostenibilità una realtà concreta.
  • Il terzo di carattere più spirituale/globale: provare a capire strada facendo, esperienza dopo esperienza, testimonianza dopo testimonianza, qual è il peso che il nostro potere personale ha nell’ecosistema inteso come il principio secondo cui l’Uno è nel Tutto e Il Tutto è nell’Uno. Per cui se ciascuno di noi coltiva la propria felicità, fa del gran bene anche al sistema cui è interconnesso. E diffondere queste buone pratiche per promuoverle nella nostra rete.

Ma com’è nata l’idea? È stata un’illuminazione improvvisa? 

mollare-tutto

Alessandra ha scelto di mollare tutto e muoversi tra le fattorie d’Italia

Bella domanda! La covavo da tempo? Sì. Decisamente da un bel po’ di tempo sentivo una spinta forte a interrompere la routine in cui ero catapultata ed in cui non mi identificavo più e ad uscire dalla mia confort zone, facendo tutt’altro. Avvicinarmi ai lavori semplici, manuali, lenti, riappropriarmi del mio tempo interiore. Provare a sincronizzare le giornate su ritmi più umani e meno frenetici. Poi la molla che ha fatto scattare la decisione di lasciare il lavoro e la casa a Milano l’ho percepita chiaramente durante le scorse vacanze natalizie trascorse in famiglia, dove semplici cose, i sapori di un tempo, mi hanno ricordato che la felicità è a portata di mano, se sai fermarti ad afferrarla. Così mi son decisa a darci un taglio e a partire per esplorare altri stili di vita possibili.

Questa sensibilità per le tematiche di sostenibilità, per il contatto con la natura, l’hai respirata in famiglia? Da dove è nata?

mollare tutto vita in campagna

Alessandra si muove sfruttando la rete di wwofing

Sicuramente la mia famiglia ha giocato un ruolo importante in questo. Se penso alla campagna, penso a mio nonno materno: mi ha trasmesso un’ammirazione forte nei confronti di chi lavora la terra, lui stesso ha continuato fino alla fine dei suoi giorni, più che ottantenne, a coltivare l’orto e questo lo riempiva di gratitudine, di benessere, era il suo elisir, diceva. Il sapore delle sue fave, il profumo della passata di pomodoro che preparavamo tutti insieme a fine estate (tre famiglie al seguito, una vera catena di montaggio!) è senza dubbio uno dei ricordi più saporiti che conservo dell’infanzia. Il richiamo per la natura – se debbo pensarlo come un ricordo dentro di me non ha un inizio e non ha una fine – ne sono sempre stata attratta. Se penso ai miei posti di fuga urbana, sicuramente in primis ci sono sempre stati i parchi dove rifugiarmi dal caos e poter abbracciare in silenzio un albero.

mollare tutto facendo wwofing

A che punto sei del tuo viaggio (maggio 2018)?

Decisamente all’inizio! Sebbene siano trascorsi già due mesi e mi pare abbia vissuto mille vite parallele in così poco tempo, credo di essere proprio all’inizio di un cambiamento profondo cui non basteranno sei mesi per ritenersi compiuto. Il mio osteopata, mentre mi rimetteva apposto la schiena prima di partire mi fa: finalmente sei scesa dal pullmino con tutti gli altri e sei salita a bordo della tua macchina! Ecco più o meno è così che mi sento, ma a bordo di un cavallo! (che debbo ancora imparare a conoscere).

Più sto a contatto con Madre Terra, più l’idea di ritornare al cemento dei grattacieli mi pare lontanissimo, più sto all’aria aperta e più la vita da ufficio non mi attira per nulla e soprattutto non sento più sostenibile (per me).

mollare-tutto-fattoria-biologica

So perfettamente che non potrò continuare a gironzolare a vita per ecovillaggi e aziende agricole come volontaria, né credo potrò fare la contadina a tempo pieno, ma per il momento sento che è questa la strada giusta da percorrere. Mi pare come se lasciando il posto fisso, gli amici di sempre, le mie care abitudini e comodità e mettendo il naso, le mani, la faccia in altri stili di mollare-tutto-fattoria-solidale-bruginevita, mi si fossero risvegliati tutti i sensi…Come se mi avessero operato alla catarratta e ora ci vedessi meglio! Solo che adesso che vedo tutti i colori ho bisogno di un po’ di tempo per mettere a fuoco.

Riconoscere quegli inutili condizionamenti che mi hanno tenuta ferma a lungo fino ad oggi, alleggerirmi delle cose superflue, capire profondamente quali sono le mie priorità… Sono tutti passaggi che richiedono del tempo. Ergo a questa tua domanda non saprei dare una risposta più compiuta. Non sono a nessun punto, sono a due punti e a capo. Sono dentro la mia storia.

Hai già qualche idea sul domani?

Sicuramente oggi sto imparando a mettere al centro di tutto il momento presente. Lavorare con la zappa e credimi, non voglio fare la filosofa, però ti mette veramente nella condizione di porre attenzione a quello che fai nel momento in cui lo fai, altrimenti, come si suol dire “te la dai sui piedi”. Ora il mio obiettivo è cercare di riprendermi in mano la mia vita, centrandomi sul “qui ed ora”, che è ben diverso, attenzione dalla logica del carpe diem. Non sto facendo questa esperienza per fuggire dalla realtà o per evitare l’idea del domani, tutt’altro, la sto facendo proprio per costruirmi un domani più florido, più vivo, più autentico, più vicino alla mia pelle. Se penso al futuro mi penso in un’ottica di consulenza, mi piacerebbe mettere al servizio delle realtà che incontro tutte le competenze acquisite nel campo delle risorse umane, promuovendole.

In questo momento storico credo ci sia un forte bisogno di riconnettersi con la propria ecologia interiore, perchè la sostenibilità non sia un concetto calato dall’alto ma un sentire che parte da noi. Come possiamo risvegliarci, secondo te? 

Ognuno di noi deve essere sincero con se stesso. Io credo che se ci guardiamo dentro, se ci ascoltiamo veramente, se non abbiamo paura di quello che proviamo, e non ci giudichiamo per quello che desideriamo dal profondo del nostro cuore (sol perché non è conforme alla norma), allora già siamo ad un passo dal cambiamento. Non a caso ho scelto di chiamare il mio blog Sostenibileperme proprio perché credo che una scelta sia sana, sia ecologica, sia eticamente corretta quando rispetta la nostra vera natura, quando è in primo luogo sostenibile per noi. [condivido in pieno! ndr]

Per esempio ho iniziato a ridurre se non ad eliminare del tutto la carne dalla mia alimentazione quando mi sono accorta dell’impatto che aveva sulla mia persona, sul mio organismo, per cui poi è stato naturale farne a meno. Se ci rifletti bene, una scelta sostenibile per noi, si rivela poi anche sostenibile per l’ambiente e l’ecosistema di cui facciamo parte. Risvegliarsi non è necessariamente qualcosa di mistico, non è necessariamente ricevere un’illuminazione…è piuttosto imparare a riconoscere ciò che ci fa stare bene da ciò che ci sottrae energie e dare spazio al primo.

Ciò su cui riponiamo la nostra attenzione è ciò che poi prende forma e genera azioni.

Ergo anzicchè stare ad impazzire dietro tutto ciò che non va e non ci piace di questo mondo, alimentando il loop del lamento perenne ed inutile, scegliamo un piccolo gesto quotidiano che può farci star bene, che ne so un bicchiere di acqua calda e limone al risveglio e facciamolo nostro.

Un’azione buona ne chiama un’altra…Ed un passo dopo l’altro può portarci alla felicità.

Segui il viaggio sostenibile di Alessandra

Il blog di Alessandra, è un condensato di storie di cambiamento, di sostenibilità applicata alla vita vera, di racconti appassionati di chi ha in mente un altro futuro. Seguila su www.sostenibileperme.it

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