Polesine & Delta Po
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L’Oasi di Panarella: il Delta del Po inizia da qui

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È emozionante sapere che c’è un punto esatto in cui il Grande Fiume inizia a cambiare forma e da lungo serpente d’acqua comincia a ramificarsi per finire la sua corsa in mare a delta: questo punto è l’Oasi di Panarella e sono andata a scoprirla in bicicletta.

L’Oasi si trova nel Comune di Papozze, paesino di poche anime in Provincia di Rovigo che sorge lungo la Sinistra Po: qui il fiume ha la sua prima diramazione che ha permesso di creare nei secoli una delle più vaste aree golenali, con un’estensione di ben 50 ettari.

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Un maestoso pioppo bianco nell’oasi

Si tratta di un’area estremamente diversificata dal punto di vista ambientale, in quanto riassume le fasi evolutive di una zona umida: dagli stagni profondi, al prato umido, al prato arido. Dal bosco igrofilo allagato di salici, alla foresta planiziale (Wikipedia ci aiuta: questo termine  fa riferimento al tipo di ambiente presente anticamente nella pianura Padana e che oggi sopravvive in limitate aree scampate al disboscamento) dominata da farnia, pioppo bianco, frassino e olmo.

Cercavo un po’ di ristoro dal caldo sole di un pomeriggio estivo e ho trovato un paradiso naturale ricco di particolarità e storia. Qui, infatti,  passato e futuro del grande fiume si toccano. Da un lato è possibile ammirare l’originaria vegetazione ripariale, quella che popolava le rive prima dell’arrivo in massa dei pioppeti industriali; dall’altra si può toccare con mano il futuro, sempre più legato alla salvaguardia della natura e di questo angolo di biodiversità.

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La fauna dell’Oasi di Panarella – Fonte: Italian botanical Heritage

Da alcuni anni quest’area è preservata grazie alle cure del WWF Rovigo che l’ha in gestione e che organizza visite guidate con esperte guide ambientali, eventi e laboratori didattici per le scuole.
Ogni anno, a Maggio, la golena è in festa, ma quest’anno la festa è stata ancora più grande: si sono infatti incrociati i percorsi culturali dell’associazione Terra&Libertà, del WWF Rovigo e di DeltArte 2015 (festival itinerante di arte contemporanea nel Parco del Delta del Po), che hanno unito gli sforzi per riportarci indietro nel tempo e agli antichi mestieri degli uomini d’acqua. Maestri dell’intreccio di vimini, dell’argilla, delle decorazioni e dell’intaglio, hanno lavorato per mostrare a grandi e piccini l’antico sapere manuale degli uomini e delle donne del Polesine, terra da sempre in equilibrio sull’acqua.

Sono partita per una visita guidata dentro i sentieri dell’Oasi accompagnata da Roberto, esperta guida naturalistica che conosce ogni angolo di questo territorio e ogni segreto delle piante che crescono qui: lo sapevate che la piantaggine è utilissima contro le punture di zanzare?
All’interno dei capanni di osservazione, anche una bellissima mostra fotografica proveniente dalla collezione del Museo della Navigazione Fluviale di Battaglia Terme: tra le altre cose, ho scoperto che i barconi carichi di merci venivano trainati da cavalli…altro che motore!
Con questa mostra ho avuto la possibilità di riscoprire una pagina delle tradizioni e della storia locale affascinante e ancora in parte inesplorata.

barcaro e la sua imbarcazione

Un barcàro con la propria imbarcazione da carico

L’Oasi di Panarella è senza dubbio il luogo ideale per gli amanti del birdwatching che qui possono davvero emozionarsi: la diversità degli ambienti ha infatti attirato una grande varietà di uccelli. Tra le paludi si nascondono infatti il nido cannaiola, il cannareccione, il basettino e l’airone rosso, mentre nel bosco maturo si può scorgere il cardellino, il verdone, il saltimpalo e l’averla piccola.

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Falco di palude – Fonte piuturismo.it

 

Chicca: sarà stata la suggestione dell’ambiente golenale a stimolare lo sviluppo, a metà del secolo scorso, della Repubblica di Bosgattìa (!) da parte del professor Luigi Salvin; questa singolare iniziativa è durata alcuni anni e ha coinvolto uomini di cultura di mezza Europa accomunati da un progetto di una vita libera all’aria aperta.

Primi tentativi di indipendenza o solo una scusa per cullarsi nel dolce far niente? Se volete approfondire (e magari far rivivere Bosgattia!) leggetevi questo bellissimo articolo su l’Eco del Po! 😉

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