L’isola di Sant’Erasmo a Venezia ti accoglie in un silenzio quasi surreale: poche le case, rare le persone, infinite le distese di perfetti orti coltivati che si mescolano al profilo dolce dell’acqua.
Devi proprio decidere di andarci in quest’isola, tanto è lontana dai circuiti classici veneziani. Ci arrivi prendendo il vaporetto dalle Fondamenta Nuove e già qui è una bella scarpinata arrivarci; un’altra buona mezz’oretta di vaporetto e finalmente si è nell’isola della quiete.
In effetti, appena sceso dal vaporetto viene da chiederti: “ma dove sono finiti tutti?”, tanto è incredibile la mancanza di persone, macchine, case, voci. Attorno, una calma vastità di campi coltivati (soprattutto) a carciofo, vigneti e orti ordinati che fin dal Medioevo servivano a rifornire la città.
Qui gli abitanti si muovono in Ape car e l’effetto è straniante, quasi di un mondo a parte con le sue regole e i suoi equilibri. In effetti è così: sull’isola di Sant’Erasmo tutto va lento, si muove ovattato seguendo il tempo di Madre Natura che fa crescere i suoi frutti, maturandoli con amore.
Isola Sant’Erasmo: la campagna di Venezia
Dimentica calli, squeri, palazzi nobiliari: Sant’Erasmo è un’oasi verde, dove la natura ricopre quasi per intero i 3 km quadrati di superficie dell’isola, seconda per grandezza dopo Venezia. L’unico edificio storico di pregio dell’isola è la massiccia Torre Massimiliana, forte di guerra costruito a difesa della bocca di porto del Lido, che oggi pare aver perso tutta la sua imponenza, chiusa com’è dentro un recinto coperto d’erba che ne smorza la forza.
Oltre alla Torre, la Chiesa del Cristo Re contrasta con la sua “modernità” nel disegno dell’isola: l’edificio, eretto nel 1929 su disegno dell’architetto Brenno del Giudice custodisce un dipinto della scuola del Tintoretto con il Martirio di S. Erasmo.
L’anima di Sant’Erasmo è quella di un grande orto-giardino dove perdersi ad ammirare le stagioni che si riflettono nei doni della terra, diversi per ogni periodo.
Sant’Erasmo è stata investita del ruolo di orto per il suo terreno molto fertile, capace di far crescere varietà di frutta e verdura dal sapore unico: una coltivazione particolarmente diffusa e apprezzata è quella del carciofo violetto, di cui sono rinomate le pregiate castraure (i primissimi germogli, teneri e prelibati), oltre all’uva bianca che dà un ottimo prosecco locale. Tra le piante spontanee, non dimenticarti di raccogliere carletti e bruscandoli, i germogli di Silene e Luppolo ricercati per preparare saporite frittate e risotti.
In autunno, l’orto di Venezia è una tavolozza di verdi: cavolfiori, verze, cavolo nero, broccoli…una sinfonia di ortaggi con cui prepararsi all’inverno.
Cosa fare a Sant’Erasmo
Una beata solitudine: questo è il lusso che ti puoi concedere su questa terra sospesa sulla laguna.
Perderti tra le differenti sfumature di verde lussureggiante, fluttuare con lo sguardo tra la lieve linea che divide l’acqua dal cielo, fantasticare sul profilo di Venezia e le isole di Murano e San Francesco del Deserto, che si staglia dalle barene fiorite.
Muoviti a piedi fra orti e vigne in un’atmosfera rurale, che compare a tratti tra il paesaggio della laguna.
Ma se vuoi inoltrarti in tutti i meandri dell’isola di Sant’Erasmo, noleggia una bicicletta e percorrine tutto il perimetro, pedalando lungo l’argine che si affaccia sulla bocca di porto del Lido e sul litorale di Cavallino, fino a spingerti lungo i tratti che si affacciano sulla laguna e le sue isole.
3 Commenti