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Turismo sostenibile in Calabria: Miglierina come a casa

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Turismo sostenibile in Calabria: Miglierina, borgo autentico della Calabria, è un vero esempio in questo senso. Riportare i turisti in una località lontana dai circuiti di massa, fuori stagione, facendo loro vivere esperienze semplici ma autentiche: questo l’obiettivo del blogtour a cui ho partecipato lo scorso weekend, insieme ad altri colleghi blogger. Voglio raccontarvi quello che ho vissuto e farvi venire voglia di partire.

Turismo Sostenibile in Calabria: dove andare

Miglierina fa parte dei Borghi Autentici d’Italia e la ragione è presto spiegata: qui lo sviluppo locale va di pari passo con le esigenze semplici dei suoi abitanti, rispettoso delle tradizioni e dell’equilibrio naturale. La comunità è al centro di ogni scelta e si percepisce subito come gli 800 abitanti del borgo siano tutti, in fondo, una grande famiglia. È la comunità che fa il luogo, non viceversa: se al primo impatto il silenzio irreale che avvolge il borgo fa venir voglia di scappare, a poco a poco si percepisce un brusìo di fondo, a ben ascoltare. È quello della gente che si dà da fare, che muove le mani più che battere le dita su una tastiera…è quello dei contadini, degli artigiani, delle donne che mandano avanti la famiglia, dei ragazzi che ogni sera si trovano al parco.

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Miglierina Comunità Ospitale

La comunità diventa quindi luogo, contesto umano e culturale, che è sinonimo del buon vivere, di gusto, di un saper fare creativo; una comunità che si apre all’esterno e diviene a ragione “Comunità Ospitale”. E senza dubbio la sensazione che ho provato durante i giorni del tour è stata quella di accoglienza e apertura: l’intero paese era in fermento per noi, mi sono sentita quasi in difficoltà per tutta quell’attenzione. Ma sono certa che questo non sia un ‘trattamento speciale’ riservato solo a noi blogger: è parte dell’animo di questa gente dai valori semplici e solidi, quasi lontana dal frastuono della modernità.

Miglierina Comunità Ospitale: un simbolo di quell’Italia nascosta, che ogni giorno si rimbocca le maniche per restare viva nonostante le difficoltà; che punta sulla riscoperta e riqualificazione della propria identità; un’identità che si manifesta nelle pieghe della sua storia, nelle tradizioni dei luoghi, nella cultura artigianale.

Miglierina: dove siamo

Miglierina è un piccolo paese della Calabria in provincia di Catanzaro, a circa mezz’ora dal mare, nel punto più stretto della Calabria, nel mezzo dell’istmo: da qui si vedono lo Ionio a sinistra e il Tirreno a destra e in lontananza lo spettacolo delle isole Eolie, con il vulcano Stromboli che domina con la sua sagoma. Siamo in alta collina, circa a 600 mt slm, ma con facilità si scende per raggiungere Lamezia Terme e il suo aeroporto in poco più di 20 minuti. Miglierina è tutta qui: un borgo arroccato che si estende su un piccolo territorio, di appena 13 kmq.

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Da quassù si vedono i due mari, lo Ionio e il Tirreno

#day 1

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Appena arrivata, mi sistemo nella mia spaziosa camera dell’hotel Il Miglio, albergo diffuso ricavato dalla ristrutturazione di vari immobili del centro storico, abitati fino agli anni Sessanta da famiglie miglierinesi: altro esempio di turismo sostenibile, che mira a recuperare e a difendere il patrimonio storico e architettonico esistente. La camera è accogliente nella sua semplicità; il lettone matrimoniale ha le lenzuola di casa e questo mi fa sentire a casa di amici, più che in un albergo. Mi riposo un po’ dopo il viaggio, pronta per andare a curiosare le viuzze del borgo al calar della sera.

Ma prima, light lunch (!) al Bar Guzzi, il cenbar-guzzi-miglierinatro in cui tutto il paese si ritrova. Dire che si precipita in un’altra dimensione è un eufemismo: qui è davvero tutto fermo agli anni Settanta, a cominciare dagli arredi. Ma che importa, qui mangio delle bruschette al pomodoro che non potrò dimenticare, un formaggio fresco di pecora fatto in casa e un pane artigianale profumatissimo: sapori che ti parlano di un territorio e ogni boccone è un viaggio tra i sensi. Dopo quello che doveva essere un pranzo leggero, capisco che il cibo è uno dei tratti fondamentali dell’accoglienza calabrese: non ci sarà un momento dell’intero blogtour senza che pomodorini secchi, sopressata, primosale, pecorino e melanzane sott’olio ci inseguano. Inutile dire che sono ingrassata 😉

Una passeggiata nel borgo di Miglierina

Il campanile della Chiesa di santa Lucia

Il sole è tramontato, ma non è ancora ora di cena. Decido di gustarmi quest’atmosfera quasi irreale del borgo: non incontro nessuno per strada, ma sento lo stesso il calore delle persone rintanate dentro le case o nella Chiesa di Santa Lucia a pregare…Costruita sul promontorio della Serra (ora Piazza S. Lucia),  da questo punto la chiesa principale di Miglierina domina il paese e tutte le vie sembrano convergere verso di lei. Dentro, si trova una reliquia della Santa, vergine siracusana protettrice della vista. Ma questa non è l’unica chiesa del borgo, ce n’è un’altra che per la prospettiva più scenografica in cui si trova, sembra la chiesa principale anche se non lo è. È la Chiesa di S. Maria del Principio (popolarmente oggi detta del “Rosario”): la sua fortuna è proprio quella di essere collocata in un punto del paese che regala una prospettiva spettacolare dell’intera maestosa facciata. La chiesa risale al 1600 e dentro è riccamente decorata a stucchi.

Chiesa di S. Maria del Principio

Chiesa di S. Maria del Principio

Continuo a camminare per le vie del paese e penso a quanto un paesaggio possa farti da specchio: niente di assoluto e certo è ciò che vediamo, dipende tutto dalla nostra personale percezione. Puoi odiare un posto così e puoi sentirti tremendamente solo (dove il cellulare prende a tratti); oppure puoi iniziare a respirare davvero, lasciando tutto il rumoroso superfluo in fondo alla via che porta quassù. È negli occhi e nel cuore del viaggiatore che si fa il viaggio, è il suo mondo che si mescola con altri mondi, tutti belli e tutti con la stessa rilevante importanza. Per questo ogni viaggio è una scoperta, è un’alchimia magica che si crea nell’incontro.

Ma è ora di cena e lascio che questi pensieri si dissolvano nella foschia della sera.

Ci troviamo a L’Osteria dei Mastri, l’unico ristorante del paese: qui si mangiano solo prodotti locali e il gestore è orgoglioso di raccontarci la sua grande attenzione nella scelta delle materie prime. Farine, verdura, olio e vino rigorosamente a km 0 o presidi Slow Food, con i quali prepara piatti dai sapori veri, autentici, che raccontano la tradizione di questa terra.

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#day 2

La giornata di ieri è stata una falsa partenza, decisamente soft: oggi il programma è serrato, perchè, anche se non sembra, a Miglierina si possono fare un sacco di cose.

Partiamo con un laboratorio di cucina: la signora Caterina ci apre la porta di casa sua e stretti stretti nella sua cucina, ci insegna a preparare i fraguni. Sorta di ‘cestino’ dalla forma pizzicata, sono tipici delle festività pasquali della Calabria e si possono mangiare sia in versione dolce che salata, ripieni di ricotta fresca. Il segreto è un gesto rapido e preciso col cucchiaio per riuscire a chiudere al meglio questi dischi di pasta preparati con farina e acqua. Quello che faccio io non viene benissimo, ma che importa…l’importante siano buoni!

i fraguni miglierina

Il resto della mattinata lo passiamo a camminare per le vie del centro e far fotografie: non avevo ancora visto Miglierina illuminata dal sole del mattino e certi scorci hanno un-non-so-che di commovente, teatrale, come queste porte abbandonate al tempo.

miglierina turismo sostenibile

Non è ancora ora di pranzo e così raggiungiamo il fiume Amato per un’escursione al vecchio mulino Bruni, un mulino ad acqua. Risalente al 1800, ha visto il suo recupero a partire dal 1928 quando fu acquistato e ristrutturato da Francesco Bruni che, al ritorno dagli Stati Uniti d’America, vi impiegò tutti i suoi guadagni e i risparmi della moglie, una somma che all’epoca ammontava a circa 22.000 lire. Il mulino rappresenta quindi la storia di una famiglia ma è anche la storia di un’epoca di cui ancora oggi Miglierina conserva valori e tradizioni.

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Credits Miglierina Comunità Ospitale

Turismo sostenibile in Calabria significa anche escursioni: attorno al fiume Amato partono sentieri da fare a piedi, oltre che sull’altopiano della Sila, ideale per trekking, ma anche ciaspolate d’inverno.

Al pomeriggio finalmente usciamo dal centro storico e raggiungiamo la Famiglia Scalise e i suoi campi coltivati a cime di rapa, broccoli e bieta. Se hai voglia di imparare qualcosa in più sul mestiere del contadino, i figli sono ben felici di accompagnarti tra i loro 45 ettari e spiegarti i segreti di questo antico mestiere. Altrimenti ti puoi fare una rilassante passeggiata a cavallo con uno dei loro bellissimi animali: da qua la vista sull’intero paesaggio è davvero impagabile.

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I campi coltivati della famiglia Scalise

Rientriamo a Miglierina per conoscere da vicino un’altra arte ormai quasi dimenticata, quella della lavorazione al telaio: la signora Antonella, instancabile, porta avanti una tradizione che ha in sè qualcosa di magico. Per restare incantati basta guardarle le mani: come si muovono sicure sul telaio, come toccano i fili, sentono il tessuto e ne percepiscono eventuali imperfezioni. Quello che ne esce sono mantelli, teli ricamati, copriciscini, centri tavola, tovaglie e copri lumi, delle vere opere di maestrìa di cui se ne può cogliere il vero valore solo conoscendo l’enorme (e paziente) lavoro che vi sta dietro.

miglierina lavorazione telaio

La giornata non è finita, sono ancora tante le cose da conoscere di questo piccolo paese della Calabria. Come I-Sharing, un laboratorio di stampa 3D realizzato grazie ad un finanziamento ottenuto dal Comune a favore delle imprese innovative.

Dall’iper modernità, al ritorno alla tradizione: l’aperitivo lo prendiamo al suono della tarantella ballata da tre ragazzine vestite con i tipici costumi locali. Curiosità: il costume tipico calabrese si chiama “pacchina” perché si usava indossare capi molto colorati e diversi l’uno dall’altro (da lì deriva il termine che usiamo oggi, pacchiano). Un vestito che nella sua semplicità aveva un ruolo ben preciso: far sapere ad un uomo se si era impegnate oppure no, semplicemente dal colore del la sottogonna che sbucava da sotto. Non si finisce mai di imparare!

miglierina abiti tradizionali

#day 3

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Sveglia all’alba stamattina, insieme a Fabio (del blog Bambini con la valigia) ho un volo da prendere per Treviso: giusto un’ultimo sguardo fuori dalla finestra per salutare il mare che si vede sullo sfondo, sotto un cielo dalle mille sfumature di rosa. Tutti stanno ancora dormendo quando scendo, solo l’altro bar di paese ci aspetta per una colazione semplice, ma dove non manca una bella fetta di crostata fatta in casa.

Ciao Miglierina, ti saluto sottovoce per non svegliarti…mi hai lasciato nel cuore una moltitudine di emozioni che non so bene nominare e sono certa che ti tornerò a trovare.

Info pratiche

Qui siamo vicini al mare e alle spalle abbiamo la montagna: un punto di partenza perfetto per una vacanza che accontenta tutti. Se volete maggiori informazioni sull’offerta di Miglierina e come raggiungerla, andate su www.vistimiglierina.com.

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