Scoprire un luogo attraverso gli occhi di chi lo ama: la Val Calamento mi ha parlato al cuore così, con lo sguardo innamorato di tre sorelle.
Martina, Stefania ed Elena (nemmeno cinquant’anni in tre) hanno aperto le porte del loro nuovo Hotel Aurai, per far conoscere una piccola valle abbracciata alla Valsugana e alla Val di Fiemme: Val Calamento.
Tra queste verdi montagne dei Lagorai loro ci sono cresciute e quando il padre – impresario – ha proposto loro si ristrutturare un vecchio hotel per darlo loro in gestione, non ci hanno pensato un attimo. È qui che vogliono vivere, è qui che vogliono restare. Le loro montagne, i ricordi di bambine a giocare nel torrente, no, non li vogliono lasciare.
Val Calamento, anche i cervi cantano l’amore per la valle
Quale periodo migliore per conoscere la Val Calamento, se non quello del bramito dei cervi? Pare che i maschi in amore amino scambiare il loro rude richiamo proprio tra i boschi che lambiscono l’Hotel. All’imbrunire, questo canto d’amore riecheggia forte per tutta la valle: udirlo è un’esperienza emozionante. Il confine tra il tuo essere curioso viaggiatore e gli animali cessa di esistere, e ti ritrovi catapultato in quella forza eterna e misteriosa che unisce l’uomo alla natura.
La magia di questi luoghi nascosti tra le montagne dei Lagorai è un intreccio di silenzi e verdi fitti, tra cui spuntano qua è là piccoli laghetti di montagna, timidi d’estate, più coraggiosi d’inverno. Tra questi, il Laghetto delle Buse, che si raggiunge partendo dal Rifugio Manghen situato in cima all’omonimo passo che collega la Val Calamento con la Val di Fiemme. Un trekking di tre quarti d’ora su un sentierino che passa accanto ad una cappella votiva scavata nella roccia, scende leggermente per poi risalire fino alla vista dell’Eterno, un tronco di larice martoriato dai fulmini, diventato ormai un simbolo.
Ma tutta la Val Calamento – e più in generale i Lagorai – sono conosciuti per i numerosi corsi d’acqua che la attraversano: non per niente Aurai, nome scelto dalle sorelle per il loro hotel, non è altro che l’antico nome della catena montuosa del Lagorai che significa “spazio erboso attorno all’acqua”.
E l’acqua segue i passi e i ricordi, facendosi canto che lava via ogni tenebra.
Val Calamento, un territorio da vivere lentamente
Selvaggia e affascinante, la Val Calamento è un fazzoletto di terra all’incrocio di cime conosciute, che ha voglia di svelarsi pian piano, lentamente, a chi cerca spazi per nutrire l’anima, dove prendersi cura di sè. Turismo sostenibile si dice oggi, che significa regalarsi il tempo di camminare rispettosi attraverso i numerosi sentieri dentro i boschi di larici, nel mezzo di prati assolati. Ma anche sedersi ad ascoltare le vite di uomini e donne che si sono plasmati all’eco della montagna, diventando alleati nella continua lotta alla sua incolumità.
È così che deve restare questa valle, timida e un po’ schiva, che arrossisce di fronte a chi le fa un complimento sincero.
la Val Calamento si comprende a piedi, volendo anche in bicicletta. E se le salite possono essere un ostacolo alla scoperta, puoi noleggiare una bici elettrica, capace di far dimenticare la fatica. Durante il weekend come ospite dell’Hotel Aurai, ho avuto modo di conoscere in anteprima una versione totalmente green di questo mezzo. Si tratta di BRUKO, la prima bicicletta elettrica completamente in legno che rispetta la natura.
Paolo e Sara (ideatori e costruttori) ci hanno messo anima e corpo per dare forma al desiderio di fabbricarsi una bici da soli, coniugando la comodità, alla sostenibilità ambientale. Ogni pezzo è unico, perchè realizzato con un procedimento artigianale per plasmare stratificati di rovere, betulla e mogano. Una lunga ricerca e studio del particolare, per ottenere una bici che fosse allo stesso tempo bella, sostenibile e altamente performante. E infatti, in linea con l’impronta green per tutti i prodotti BRUKO non c’è nessuna copertura in carbonio, solo colli viniliche e vernici all’acqua.
Tra le malghe della Val Calamento
Se non vivi l’esperienza di una malga, non puoi dire di conoscere sul serio la Val Calamento.
L’ho capito man mano che mi avvicinavo alla malga Casa Bolenga: profumo di polenta mescolato a sorrisi calorosi. Siamo a 1600 metri di altezza e anche se questo fine settembre assomiglia più all’estate, quassù il calore è ciò che cerchi.
A Malga Casa Bolenga si fa il formaggio, il burro e si offre un’ospitalità semplice e schietta, quella della gente di montagna che non si stanca di portare avanti la tradizione.
La famiglia Stroppa al completo mi accoglie con una tavolata infinita di prelibatezze ( e sono solo le 5 del pomeriggio!): formaggio fresco preparato il giorno prima, marmellate fatte in casa dagli abbinamenti stranissimi come rabarbaro e pomodori verdi, strudel, torte e yogurt con frutti di bosco. Tutto questo mentre si aspettava che la polenta fosse pronta! In Val Calamento una delle attività che puoi vivere è proprio quella di una giornata in malga, per conoscere i ritmi dei malgari, sperimentarti a fare il formaggio, raccogliere erbe spontanee o semplicemente connetterti una vita più in sintonia con la natura. Un’esperienza di turismo sostenibile che consiglio!
Casa Borlenga non è l’unica malga che ho avuto il piacere di conoscere durante il mio weekend in Val Calamento: Malga Cere, punto di partenza per una bellissima escursione tra i boschi dei Lagorai che arriva direttamente all’Hotel Aurai. Due centochilometri e mezzo lungo un facile sentiero in dolce discesa, per circa 400 metri di dislivello (la malga si trova a 1713 mt di altezza).
Malga Cere è gestita da Luigi e Giulia, due ragazzi che ci mettono un’estrema cura in tutto ciò che fanno. Ho sbirciato il menu e ho visto pane preparato con lievito madre e farine biologiche, torte con marmellate fatte in casa, prodotti freschissimi e locali. E poi una piccola biblioteca per bambini, giochi in legno e un calendario di attività (da scoprire nella loro pagina Facebook ) per conoscere la vita semplice di montagna.
In cui tutto pare più vivo, in cui tutto pare più vero.
Hotel Aurai, ospitalità sostenibile che profuma di legno
Legno, legno e ancora legno: mentre scendiamo dalla malga Casa Bolenga, Stefania – la più grande delle tre sorelle – mi racconta dell’impegno che ci hanno messo nella ristrutturazione del loro hotel in ottica di sostenibilità ambientale. Una responsabilità verso il proprio territorio e le proprie radici, che si è tradotto nell’uso di materiali naturali, in primis il legno.
Le camere profumano di essenza di bosco: ogni respiro sembra aprirsi un varco tra i tuoi pensieri più profondi, che si mostrano impalpabili e si dissolvono come l’aria del mattino.
Vecchi tronchi recuperati si mescolano a legni moderni, tra grandi pietre e dettagli di design, creando un ambiente armonico ed un’atmosfera che si fa specchio della storia della famiglia Ferrari: la tradizione che si unisce alla fresca vivacità di Martina, Stefania ed Elena, una forma nuova di ospitalità che guarda al futuro senza scordare le proprie radici.
L’Hotel Aurai esprime il calore di questa gente, l’accoglienza semplice e spontanea che ti fa sentire a casa.
L’albergo è posizionato nel bel mezzo dei verdi prati della Val Calamento, a 1150 metri di altitudine, lungo la strada che porta al Passo Manghen, in uno degli angoli ancora incontaminati delle montagne trentine.
Ti lascio con una splendida galleria di immagini delle montagne dei Lagorai, gentilmente messa a disposizione dall’ufficio stampa Convention Bureau Trentino: respira a pieni polmoni, questo è il Trentino!
6 Commenti