La montagna, su di me, ha questo potere: mi impone di fermarmi, di guardarmi dentro e fare spazio a quello che conta veramente. La sua bellezza così potente è come uno specchio: mi fa vedere dall’alto la mia vita e mi invita a riflettere su quale direzione darle. Vi racconto il mio weekend in Val di Rabbi, sospesa tra un ponte tibetano e tanta incantevole natura.
#day 1: Folgarida d’estate
Il mio weekend inizia da Folgarida, località turistica trentina dove ho soggiornato. Folgarida è propriamente in Val di Sole, a lato della quale sorge la Val di Rabbi. Dalla sua ha quindi la posizione: a metà strada tra (la modaiola) Madonna di Campiglio e Rabbi, da qui è possibile muoversi con facilità tra il Parco Nazionale dello Stelvio e le altre località della Val di Sole come Dimaro, Marilleva o Pejo, famosa per le sue acque.
Folgarida d’estate non da’ il meglio di sè, che invece si esprime in inverno: questa località è infatti una delle più importanti del Trentino per il turismo invernale legato allo sci e agli sport sulla neve. Sulla cima del monte Folgarida a 1.864 m sorgono numerosi impianti sciistici, collegati con quelli delle vicine Marilleva, Madonna di Campiglio e Pinzolo. Folgarida non ha un vero centro, ma una serie di hotel e attività commerciali che ruotano attorno all’impianto di risalita che porta alle piste. Ecco, avrete capito che non mi ha entusiasmato molto…metteteci anche il fatto che non mi piace sciare…I luoghi ‘nati dal nulla’ come questo mi lasciano addosso un po’ di tristezza, perchè manca proprio il senso di comunità tipico dei paesini di montagna che riescono a farti sentire subito a casa. Non aspettatevi il centro con la chiesetta e la bottega dei prodotti tipici, Folgarida non è questo. Ma da qui partono numerosi sentieri che portano alla scoperta della Valle: su consiglio del gestore dell’hotel, ho scelto una di fare una semplice passeggiata che parte a fianco dell’Hotel Selva, su via Campiglio. Niente di impegnativo vista l’ora e la stanchezza del viaggio, ma come sempre una buona occasione per stare a contatto con la natura e rilassarsi.
E godere di una vista così, semplicemente stando stesi sull’erba fresca, in silenzio, lasciando la mente vagare libera.
Tramonto sulle Dolomiti: uno spettacolo che si ripete
All’alba e al tramonto si ripete ogni giorno uno spettacolo molto amato da chi conosce le Dolomiti: è il fenomeno dell’enrosadira, che fa colorare le cime dolomitiche nei toni aranciati a quelle del viola. Obbligatorio fermarsi per uno scatto furtivo, cercando di immortalare questo fenomeno: probabilmente questa foto non rende abbastanza, ma ad occhio nudo si percepisce nitidamente come la luce del sole riesce a trasformare questi monti.
Perchè succede? La Dolomiti si colorano di rosa per via della loro composizione: sono infatti formate dalla dolomia – contenente dolomite, un composto un composto di carbonato di calcio e magnesio – che colpita dal sole rimanda riflessi che partono dall’arancio fino al viola, soprattutto nelle sere d’estate, quando l’aria è particolarmente limpida e il sole lucente cala a occidente.
Pracorno: un cielo carico di stelle
Dopo lo spettacolo del tramonto, sono scesa verso Rabbi, o meglio, la frazione di Pracorno, per cenare in un ristorantino dall’ambiente veramente familiare: tipica cucina casalinga trentina, dove regnano sovrani i tortei di patate. Non perdeteveli, ma fate finta di non sapere che sono fritti…dai, un’eccezione nella dieta ci sta! 😉
Dopo cena, non ci si può perdere lo spettacolo del cielo, pieno zeppo di stelle. Qui quando è buio, è buio per davvero: il cielo nerissimo diventa una coperta luminosa dove infiniti puntini brillano instancabili…sono così tanti che gli occhi non riescono a guardarli eppure staccarsi fa quasi male.
#day 2: il ponte tibetano in Val di Rabbi e Malga Stablasolo
Chi mi conosce sa che sono peggio dei bimbi: curiosa fino al midollo, io devo provare tutto quello che non conosco. Potevo non provare il nuovo ponte tibetano in Val di Rabbi, novità dell’estate 2016?! Certo che no. 😉 Avevo il sentore che non fosse niente di così particolarmente adrenalinico, ma vale sempre la pena fare una nuova esperienza! Senza dubbio da quassù la vista è impareggiabile. Il ponte tibetano è sospeso nel vuoto sopra le cascate del Rio Ragaiolo a 1.366 metri di altezza: lungo più di 100 metri, ti fa provare la sensazione di essere davvero immerso tra le montagne.
Lo si attraversa in totale sicurezza e anche i bambini ci corrono avanti e indietro senza paura: niente a che vedere con i ponti tibetani in corde e tutti traballanti! Questo ponte costituisce anche una variante ai sentieri che portano alla zona delle malghe qui attorno, come Malga Fratte Bassa o Malga Stablasolo, dove mi sono fermata per un meraviglioso pranzo trentino, a base di polenta e funghi, of course!
Da qui è possibile proseguire il trekking verso le Cascate del Saent, i salti d’acqua creati dal torrente Rabbies. Dicono essere un angolo davvero suggestivo del Trentino, ma è altrettanto impegnativo il sentiero per raggiungerle: dopo tre buone ore di cammino sotto un sole cocente, ho deciso di rimandare questa escursione ad un periodo dell’anno un po’ più fresco. Nodo sul fazzoletto quindi! 🙂
Cosa ho imparato
Ultimamente mi piace chiudere i miei post con la mia personalissima ‘lezione di vita’, nella quale cerco di fare tesoro delle esperienze vissute in viaggio per portarmi a casa un messaggio che mi accompagni nella mia quotidianità. Da queste regàli montagne della Val di Sole e della Val di Rabbi mi riporto a casa uno zaino più leggero. Più leggero da pensieri e schemi che bloccano l’energia dell’universo e non ti fanno godere del magnifico spettacolo che è la vita. Che è sempre pronta a mandarti dei messaggi, che spesso non riusciamo a cogliere. Camminare nella vita con uno zaino leggero ci permette di adattarci meglio alle situazioni, di andare verso il nuovo senza la pesantezza del passato, di godere del presente per quello che è…senza fardelli.
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