Cultura
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Venezia sostenibile: nuovi sguardi per itinerari insoliti

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Al primo impatto, Venezia sembra tutto fuorché una città sostenibile: frotte di turisti ti travolgono non appena si arriva in stazione dei treni o a Piazzale Roma, così tanti in qualsiasi giorno dell’anno da oscurare spesso la vista di palazzi, piazze e calli. Invece una Venezia sostenibile esiste, ed è fatta di percorsi ed itinerari defilati attraverso cortili e giardini sconosciuti, isole disabitate e piccole chiese.


Ricordo i tempi dell’Università, in cui mi ritrovavo a vagabondare per la città in cerca delle aule disseminate tra calli sconosciute: sembrava davvero di stare dentro un’altra Venezia, quella autentica, che si muove seguendo il suo ritmo particolare. In quegli anni ho capito che volevo scoprire questo nuovo volto della città lagunare, romantico e struggente, sicuramente distante da qualsiasi altra città che possiamo immaginare. I pomeriggi d’autunno seduta sulle panchine rosse dei campi ricoperti di bambini che correvano in bicicletta, non me li posso dimenticare.

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Da quando mi sono innamorata della Venezia sconosciuta, lontana dalla massa, ho iniziato a cercare e creare degli itinerari alternativi, consapevole che solo un turismo responsabile, consapevole e sostenibile può essere in grado di conservare la bellezza e l’unicità di Venezia, che si fonda sul delicato equilibrio tra habitat lagunare e presenza dell’uomo.

Detourism, il progetto per un turismo sostenibile a Venezia

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Il comune di Venezia sa bene che è sempre più fondamentale promuovere forme turismo sostenibile in laguna ed è per questo che da tre anni si è inserita nella rete delle “Grandi Destinazioni Italiane per un Turismo Sostenibile”(GDITS), insieme a  Roma, Milano, Firenze, Napoli e Rimini e la sua riviera. L’obiettivo di questa rete è quello di sviluppare e favorire politiche e buone pratiche di turismo sostenibile e allo stesso tempo scambiare esperienze, consapevoli che solo uniti si può davvero migliorare. Tra le azioni promosse che vanno in questa direzione, il progetto Detourism: un invito a diventare deturisti, ovvero a vivere Venezia come i veneziani, a scoprire quello che le guide non dicono, a percorrere itinerari fuori dai luoghi comuni e a sperimentare incontri inaspettati attraverso percorsi meno battuti. Detorism si compone di un insieme di mappe tematiche  della città e della sua laguna che invitano a perdersi nei luoghi meno consueti di Venezia. Si tratta di proposte di itinerari slow ed ecosostenibili che permettono anche di ridurre l’impatto sulle attrazioni turistiche più conosciute, in primis Piazza San Marco. Detourism è anche anche una rivista bimestrale sfogliabile online gratuitamente, scritta sia in italiano che in inglese, tramite la quale è possibile trovare proposte davvero alternative per vivere Venezia. L’ultimo numero è completamente dedicato a Torcello, un’isola sospesa nel silenzio.

Torcello, l’isola disabitata

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C’è un’isola immersa nel silenzio, dove si respira un’atmosfera di un tempo passato, quasi irreale: è Torcello e su questa lingua di terra nella laguna di Venezia sono rimasti solo in 10 abitanti. Un’atmosfera ovattata avvolge l’isola e si infiltra tra le case, le calli, le piazzette: il caos di Venezia sembra lontanissimo. Una meta alternativa per venire a contatto con una Venezia che sembra uscire da un libro, dove potersi rifugiare tra tesori d’arte, poche case disseminate tra le barene e colorati campi di carciofi, coltivati ovunque.

A spasso per cortili, orti e giardini storici

Venezia non è solo acqua, ma è anche una città sorprendentemente verde. Senza spostarsi nelle vicine isole del Lido e di Pellestrina, che racchiudono splendide oasi naturali come la riserva naturale Lipu di Ca’ Roman e l’Oasi WWF Dune degli Alberoni, anche in città ci si può perdere in un itinerario verde, che attraversa orti, giardini e parchi, anche privati.

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La prima tappa che vi suggerisco per questo percorso nel verde di Venezia, è quella ai Giardini del Castello, giardini pubblici che ospitano la Biennale d’Arte: affacciati sul Bacino di San Marco, sono considerati l’area verde più estesa del centro storico, in cui passeggiare in tranquillità in mezzo ad opere d’arte o trovare refrigerio nelle calde giornate estive.

Un altro bellissimo itinerario naturalistico è quello attraverso i giardini della cultura, ovvero gli splendidi parchi dei palazzi nobiliari. Partendo da Ca’ Rezzonico, passando per Palazzo Cavalli Franchetti fino al palazzetto Bru Zane, è possibile perdersi nell’elegante mondo dei parchi privati, che ancora oggi impreziosiscono questi lussuosi edifici, scrigni d’arte e cultura veneziana.

Per chi vuole farsi accompagnare in questa insolita scoperta della Venezia green, è nata l’associazione Wigwam Club Giardini Storici Venezia, che vuole proprio valorizzare il prezioso patrimonio naturale veneziano, promuovendone la conoscenza degli aspetti ambientali per salvaguardali e rispettarli. Nei primi giorni di ottobre si è tenuto il Festival dei Giardini Veneziani da loro organizzato, tre giorni tra benessere e botanica, per imparare ad amare le piante e comprendere gli enormi benefici che hanno sulla nostra salute.

Vivere Venezia in modo sostenibile è quindi possibile e queste sono solo alcune proposte per iniziare concretamente ad essere un turista consapevole del proprio impatto su una città così fragile.

Mobilità sostenibile a Venezia

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Certo, il cuore di Venezia è il regno della mobilità sostenibile, in quanto la maggioranza degli spostamenti avviene a piedi. Ma come rendere sostenibile anche il viaggio di arrivo in città? Se arrivate con l’aereo, esiste un modo innovativo per raggiungere il centro storico: il servizio di taxi acqueo condiviso. Grazie a SHAREVENICE è possibile infatti condividere con altri viaggiatori il percorso dall’aeroporto alle diverse destinazioni del centro, approfittando allo stesso tempo della comodità che offre il servizio di taxi. I vantaggi sono prima di tutto la riduzione dell’impatto ambientale (meno mezzi in circolazione), ma poi un grande risparmio sul prezzo, che include anche un bagaglio. Per chi viaggia con i bambini, Il transfer in taxi acqueo è addirittura gratuito per i bimbi fino a 4 anni.

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